Durante “Art of Play” a Roma, un uomo ha aggredito un’attrice in costume da orsetto: per le i60 giorni di prognosi e tanta paura.
Un episodio sconvolgente nella sua assurdità ha gettato ombra su quello che doveva essere un evento ludico e spensierato. Durante la mostra immersiva Art of Play, in corso al Pratibus District di Roma (un’area per eventi allocata nel quartiere Prati), un’attrice impegnata in una performance nei panni della mascotte dell’evento Teddy – un grande orsetto rosa incaricato di accogliere i visitatori con abbracci simbolici – è stata brutalmente aggredita da un uomo che l’ha colpita con un pugno in pieno volto (altro che abbracci…).

La dinamica è stata interamente registrata dalle telecamere di sorveglianza: le immagini mostrano un individuo avvicinarsi alla mascotte e, senza alcun apparente motivo, sferrare un violento colpo al muso dell’orsetto, immediatamente KO: l’attrice, colpita in pieno volto, è caduta a terra e, trasportata immediatamente in ospedale, ha ricevuto una prognosi di ben sessanta giorni.
Questo il racconto di quanto accaduto, con la lavoratrice (già impiegata in un lavoro decisamente umile e che ha dovuto pure subire questa ulteriore beffa) che ha parlato ai giornalisti di Fanpage: “È stato come un terremoto. Io sono caduta giù e ho iniziato ad urlare. Mi sono molto agitata anche perché sotto al costume da Teddy indossavo gli occhiali, che si sarebbero potuti rompere. Cosa che, fortunatamente, non è successa”.
La giustificazione fornita dall’aggressore ha lasciato molti senza parole, per quanto renda l’azione un minimo meno grave: l’uomo ha sostenuto di aver creduto che l’orsetto fosse un semplice manichino, ignorando completamente che si trattasse di una persona reale. Un errore di valutazione che, tuttavia, non può giustificare questo gratuito atto di violenza.
Orso degli abbracci preso a pugni: la nota dell’organizzazione della mostra
L’organizzazione della mostra ha quindi diramato una nota ufficiale, esprimendo “profondo rammarico per quanto accaduto”, aggiungendo quindi – dinnanzi all’accusa che la donna aggredita fosse pagata in nero: “Art of Play si affida ad agenzie esterne per il reclutamento di performer e figuranti e non ha quindi un rapporto diretto con i lavoratori coinvolti”. Quanto accaduto, al netto di chi ingaggi i lavoratori, rimane particolarmente grave, giacché accaduto nel contesto di un evento pubblico con un’alta affluenza di famiglie e bambini.
Il personaggio di Teddy era stato pensato per rappresentare un momento di leggerezza e calore umano in un percorso fatto di installazioni visive e interazioni giocose. La violenza di questo pugno scagliato sul muso di un orsacchiotto ha sollevato polemiche e interrogativi sul comportamento dei visitatori e sull’efficacia dei controlli di sicurezza, anche perché pare che già in passato altri figuranti fossero stati vittima di bullismo ed altri episodi spiacevoli (sebbene meno gravi di quello appena riportato).
@fanpage.itHa colpito un pupazzo. Ma dentro c’era una persona.” Durante la mostra immersiva Art of Play a Roma, un uomo ha sferrato un pugno a una mascotte rosa, ignaro – o forse no – che al suo interno ci fosse un’attrice professionista. La donna, colpita in pieno volto, è caduta all’indietro. Trasportata al pronto soccorso, ha ricevuto una prognosi di 60 giorni. Non era la prima volta. Da novembre, chi indossa quel costume denuncia molestie, spintoni e bullismo da parte del pubblico. Le segnalazioni erano già state fatte. Nessuno è intervenuto. Questa è la testimonianza diretta di chi, ogni giorno, lavora nascosto dietro un costume, senza alcuna tutela. L’organizzazione della mostra Art of Play desidera esprimere innanzitutto il proprio rammarico per l’episodio recentemente avvenuto presso l’esposizione in corso a Roma. Art of Play si avvale di agenzie esterne specializzate per l’ingaggio di performer e figuranti, tra cui la persona coinvolta nell’episodio. L’organizzazione di Art of Play ha un rapporto regolare con queste agenzie, pertanto non è direttamente coinvolta nei rapporti tra le agenzie e i lavoratori. Art of Play esprime ancora una volta vicinanza alla performer e si impegna a verificare eventuali irregolarità in sede appropriata.
Nel frattempo, la performer è stata dimessa dall’ospedale ma dovrà affrontare una lunga convalescenza. La sua esperienza, tragicamente paradossale, resta il simbolo di quanto a volte la brutalità non si plachi nemmeno davanti ad un adorabile orsetto rosa.