Anni, lustri, perfino un… decennio, non sono serviti per spedire in soffitta alcuni enti ricadenti sotto l’egida della Regione e spesso utilizzati come “rifugio” sicuro per i peones della politica calabrese. Le liquidazioni avviate ormai molto tempo fa sono ancora attive e continuano a produrre costi per le casse pubbliche. Quantificare la cifra esatta è pressoché impossibile, ma tutto lascia supporre che gli esborsi per soddisfare le esigenze dei creditori ammontino a diversi milioni di euro.
I casi paradossali sono diversi e tra questi c’è sicuramente Calabria Etica. La Fondazione è stata avviata alla chiusura nel 2015, a seguito di un’indagine della magistratura, sfociata poi in un processo che ha visto coinvolti l’ultimo presidente della Fondazione Pasqualino Ruperto, l’assessore regionale al Lavoro dell’epoca, Nazzareno Salerno, e l’allora direttore generale del dipartimento Vincenzo Caserta. L’ultima proroga accordata dal Consiglio regionale ha spostato al prossimo 30 giugno il termine ultimo per chiudere le procedure.
Ancora più tempo – fino al 31 dicembre 2024 – ci sarà per salutare definitivamente le 20 Comunità montane.

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