“La diversificazione dell’offerta formativa dei tre atenei è sempre stata il punto di forza del sistema universitario calabrese. In una logica di insieme, ciascuna Università ha fino ad oggi puntato su precisi indirizzi di studi, così da offrire agli studenti calabresi la possibilità di scegliere tra percorsi diversi vedendosi sempre assicurata una elevata qualità delle attività formative. E’ una logica di semplice buonsenso: anziché fare tutti un po’ di tutto, è meglio che ciascuno si dedichi a ciò che sa fare meglio”.

E’ quanto afferma l’assessore regionale Filippo Pietropaolo (FDI), che prosegue: “Con la nascita all’Unical di una seconda facoltà di medicina questo sistema è destinato a saltare e ogni ateneo sarà libero di andare per la propria strada: ad esempio Catanzaro potrà puntare legittimamente ad avere una nuova facoltà di Ingegneria o di Informatica, considerata la forte richiesta di figure professionali specializzate richieste dal mercato che l’Unical non riesce a soddisfare. Come avevo denunciato lo scorso anno, il corso interateneo con l’Umg si è rivelato solo un grimaldello che ha consentito all’Unical di aprirsi la strada per una facoltà fotocopia, che nasce debole e che avrà il solo effetto di indebolire anche l’Università di Catanzaro, che con il suo Policlinico integra al meglio le funzioni di didattica, ricerca e assistenza, riuscendo a fornire una formazione anche specialistica di qualità. Se l’obiettivo era quello di rafforzare l’offerta formativa per dare risposta ad una sanità calabrese che esprime un forte fabbisogno di personale medico,  la soluzione più logica che istituzioni e mondo accademico insieme avrebbero dovuto percorrere era quella del potenziamento della facoltà di Catanzaro con un aumento del numero dei posti – oltre ad insistere sulla necessità di abolire il numero chiuso – non la creazione di un duplicato che per forza di cose finisce per ridurre la qualità formativa, oltre a restituire la brutta immagine di una Calabria inefficiente, disarticolata, ancorata ai campanili e incapace di fare sistema. Per questo è francamente incomprensibile l’atteggiamento quantomeno remissivo del rettore De Sarro, che con la sua astensione all’interno del Coruc ha legittimato l’operazione dell’Unical. Mi sarei aspettato che i rettori pensassero, insieme, a delle nuove opportunità di formazione per profili professionali innovativi di cui oggi c’è richiesta nel mercato del lavoro, come avviene nelle altre realtà universitarie italiane. Invece in una regione come la Calabria, con meno di due milioni di abitanti e il minor numero di laureati, anziché ampliare e qualificare l’offerta per creare le nuove professionalità richieste del mercato, si crea il doppione di una facoltà già esistente a cento chilometri di distanza, come se un’ora d’auto possa rappresentare un ostacolo per un aspirante medico, o come se un percorso formativo possa esaurirsi nel perimetro di un campus. Purtroppo, in un sistema universitario in cui la competizione si gioca soprattutto sui numeri, la duplicazione finirà per penalizzare proprio i giovani studenti di medicina calabresi, che vedranno sempre più messa a rischio la propria formazione. E quella che può apparire come una vittoria dell’Unical e del territorio cosentino, rischia di trasformarsi presto in una sconfitta per l’intera Calabria”.

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