La recente sentenza del Consiglio di Stato sul ricorso scaturito a seguito della nomina del DG dell’Agenzia Regionale per il Lavoro e l’Apprendimento Basilicata (Arlab), Francesco Paolo Di Ginosa, rischia di gettare nel caos un’agenzia che da anni fatica a raggiungere una stabilità operativa e gestionale. Il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso del dottor Fiore ed ha dichiarato nulla la nomina di Di Ginosa lasciando, di fatto, l’Arlab senza una guida. Ad affermarlo è il consigliere regionale Gianni Perrino, del Movimento 5 Stelle.

Si tratta di un pasticcio che ha un nome e un cognome: quello del Presidente della Regione, Vito Bardi.-aggiunge Perrino- La censura del Consiglio di Stato sta tutta nel fatto che Bardi, all’atto di nomina di Di Ginosa, non ha motivato in maniera circostanziata la scelta rimandando genericamente alla formula di rito “considerate la particolare esperienza professionale, le competenze, i titoli di studio, come evincibili dal curriculum vitae ed studiorum e dalla documentazione prodotta unitamente alla proposta di auto – candidatura”.

Un modus operandi che spesso viene adottato in maniera maldestra per giustificare provvedimenti discrezionali che sconfinano nell’arbitrarietà, risultando, quindi, estremamente versatili per le logiche spartitorie della politica.

A pochi mesi dal voto, il Generale dei bonus -conclude il portavoce pentastellato-rischia di lasciarci in eredità l’ennesimo malus: l’inoperatività dell’Arlab, ovvero di quell’organismo atto a garantire l’esercizio della funzione regionale in materia di mercato del lavoro attraverso la gestione dei Centri per l’impiego e il presidio territoriale delle politiche attive del lavoro, in termini di progettazione, organizzazione ed erogazione degli interventi (servizi o misure).