Le ultime elezioni europee hanno regalato un record alla Calabria. Quattro gli europarlamentari eletti: Giusi Princi (Forza Italia), Denis Nesci (Fratelli d’Italia), Pasquale Tridico (Movimento Cinque Stelle), Domenico Lucano (Alleanza Verdi e Sinistra). Un poker che supera anche il tris del 2019 quando furono eletti Laura Ferrara (Movimento Cinque Stelle), Denis Nesci (subentrò a Raffaele Fitto, dopo che quest’ultimo fu nominato ministro del governo Meloni all’indomani delle politiche del 2022) e Vincenzo Sofo (origini calabresi, eletto al Sud con la Lega). Al netto del vincitore assoluto di questa tornata elettorale (l’astensione, con 6 calabresi su 10 che hanno disertato le urne), ecco la “radiografia” del voto dei principali schieramenti.

Forza Italia – La vittoria di Cannizzaro e Occhiuto

Gli azzurri non sbagliano un colpo. La coppia Cannizzaro-Occhiuto (il primo coordinatore regionale del partito, il secondo vicesegretario nazionale e presidente della Regione) centra un risultato storico e porta a Strasburgo per la prima volta un esponente di Reggio Calabria, Giusi Princi. Forza Italia tallona Fratelli d’Italia in termini di consensi a livello regionale e migliora anche la performance delle elezioni politiche sia in termini di voti conquistati in valore assoluto, che percentuale. Nel settembre del 2022 Forza Italia alla Camera conquistò 112.643 voti (il 15,64%), mentre in questa tornata elettorale delle Europee ecco 115.527 voti (il 17,98%). Tornando alla Princi: non era mai accaduto che la città di Reggio fosse rappresentata in Europa. In passato la provincia aveva visto l’elezione di Umberto Pirilli di Gioia Tauro (eletto nel 2004 con Alleanza Nazionale) e di Pino Arlacchi (anch’egli gioiese, eletto con Italia dei Valori nel 2009). L’ex dirigente scolastica e vice presidente della Regione Calabria, Giusi Princi, ha ottenuto un consenso incredibile (neanche Cannizzaro e Occhiuto potevano prevedere che arrivasse in maniera così debordante). Un breve sguardo ai numeri fa capire l’onda azzurra di preferenze sulla Princi: 67.875 voti di preferenza in tutta la regione, dei quali poco meno della metà in provincia di Reggio Calabria dove la Princi ha raccolto 32.721 voti. Nell’area metropolitana reggina Forza Italia ha mostrato i muscoli andando a conquistare il 26% dei consensi, pari a 43.076 in valore assoluto. Dando un rapido sguardo ai dati di Reggio città, Forza Italia ha sfiorato il 30% (28,75%) con la Princi capace di ottenere 13.571 voti. Nel resto della Regione, Forza Italia e la Princi non hanno raggiunto i risultati clamorosi ottenuti a Reggio e provincia ed è lì che Occhiuto dovrà lavorare anche in vista delle elezioni regionali 2026, in particolar modo nell’area centrale della Calabria (in provincia di Catanzaro e anche nella città capoluogo di regione, ad esempio, il partito è arrivato quinto dopo Fratelli d’Italia, Partito democratico, Lega e Movimento Cinque Stelle). Un dato è certo: Francesco Cannizzaro, il potentissimo deputato originario di Santo Stefano d’Aspromonte è pronto a giocarsi, partendo dalla pole position, la partita delle elezioni comunali di Reggio Calabria del 2025.

L’onda lunga dei Fratelli d’Italia

Anche in Calabria, Fratelli d’Italia fa registrare i numeri che caratterizzano il dato nazionale rispetto alle politiche del 2022. Aumento dei consensi in percentuale, qualche arretramento in valore assoluto. Il partito del presidente del Consiglio Giorgia Meloni si conferma prima forza politica anche nella nostra regione con il 20,57% (alle politiche del 2022 Fdi prese il 18,98%). In valore assoluto, il dato scende dai 136.746 voti del settembre 2022, ai 132.167 voti di oggi alle Europee. Il picco dei meloniani si registra nelle province di Vibo e Catanzaro, mentre a Cosenza, Crotone e Reggio Fdi viene spodestato, rispettivamente, dal Movimento Cinque Stelle e da Forza Italia. Denis Nesci in Calabria conquista 30.580 voti di preferenza (migliorando il dato del 2019) e il partito si “coccola” anche il risultato del consigliere regionale Luciana De Francesco (16.391 voti).

Crollo del Movimento Cinque Stelle? Non proprio

Qualsiasi comparazione, ancor più se parametrata al dato delle elezioni europee del 2019 (è passata un’era geologica), vede il Movimento Cinque Stelle essere risucchiato all’indietro con dei numeri che chiaramente vedono lo schieramento pentastellato soffrire di un’emorragia senza fine. Ma siamo sicuri che in Calabria il partito fondato da Grillo e Casaleggio sia andato così male? I numeri offrono lo spunto per poter andare a confutare qualche dato interessante. In prima battuta, il Movimento Cinque Stelle si mantiene davanti al Partito democratico ed è il primo partito del campo largo in Calabria con 103.990 e il 16,18%. A trascinare i pentastellati ci ha pensato l’ex presidente dell’Inps, il calabrese Pasquale Tridico, capace di raccogliere quasi 32mila preferenze. Il partito potrà ripartire dai consensi ricevuti in provincia di Cosenza e di Crotone dove si conferma il primo partito e dove in entrambi i territori ha superato il 20%. Il M5S soffre nelle altre province, ma tornando al dato del Nord della Calabria i pentastellati possono vantare di essere il primo partito a Cosenza città (19,93%) e a Crotone città dove addirittura è arrivato un 26,63%. In vista delle prossime competizioni future sono dei dati dai quali il Movimento Cinque Stelle avrà la possibilità di ripartire.

Partito democratico: cosa vogliono fare da grandi i dem?

Se c’è un partito che è uscito veramente sconfitto da questa tornata elettorale, senza dubbio è il Partito democratico calabrese. Fuori dal podio dei partiti più votati, dietro a Fratelli d’Italia, Forza Italia e Movimento Cinque Stelle. I dem hanno pagato la sonnolenza dei leader regionali (il segretario regionale Nicola Irto fatica ad imporre la sua leadership dal Pollino allo Stretto) e la mancata presenza di candidati calabresi di peso in lista (non ce ne vogliano Jasmine Cristallo e Luigi Tassone che in ogni caso hanno fatto il massimo conquistando in due più di 31mila voti). In vista delle prossime competizioni elettorali, un segnale è arrivato da Reggio Calabria dove il sindaco Giuseppe Falcomatà è stato determinante nel raggiungimento del consenso ottenuto dall’ex sindaco di Bari, Antonio Decaro: quest’ultimo in città, con 4.271 voti è stato il quarto più votato dopo Princi, Tajani e Meloni.

La Calabria si riscopre roccaforte della Lega

Sopra il 9%, oltre il 59mila voti. La Lega in Calabria può dire senza timore di smentita di aver costruito un piccolo miracolo. Se si esclude il Molise (il regno del potentissimo europarlamentare Aldo Patriciello), dalla Toscana in giù, non c’è una regione dove la Lega è andata meglio rispetto ai numeri della Calabria. Merito della premiata ditta Filippo Mancuso-Simona Loizzo. Il presidente del Consiglio regionale e la deputata hanno ottenuto in due oltre 38mila voti di preferenza (Mancuso 22.158, Loizzo 16.249). Da considerare anche i buoni numeri, oltre che del generale Vannacci, dello stesso Patriciello e del senatore pugliese Marti (appoggiato da alcuni big locali del partito). Mancuso è riuscito a portare la Lega al terzo posto in provincia di Catanzaro sopravanzando Forza Italia e nella città capoluogo di regione la Lega conferma la propria forza avendo ottenuto oltre 5mila voti (il 18,57%). Segnali chiari di una Lega che non ci sta a recitare il ruolo di semplice sparring-partner a livello regionale con gli alleati di governo, segnali al sindaco di Catanzaro Nicola Fiorita, segnali interni per poter finalmente aprire una fase nuova e superare il commissariamento. Mancuso prenderà in mano le redini del partito?

La rivincita (doppia) di Mimmo Lucano

Se c’è un vincitore assoluto nelle elezioni europee 2024, questo corrisponde al nome di Mimmo Lucano. Dall’inferno (dopo le vicende giudiziarie che lo hanno coinvolto) al paradiso con Lucano capace di ottenere una straordinaria affermazione e conquistare un seggio a Strasburgo. Alleanza Verdi e Sinistra in Calabria ha sfiorato il 6% e Lucano ha conquistato qualcosa come 24.258 preferenze. Lucano può festeggiare una storica doppietta essendo stato rieletto sindaco di Riace con 509 voti e il 46,31%. Da qui parte la riscossa di uno dei leader a livello nazionale del centrosinistra e non è escluso che Lucano possa in futuro essere uno dei volti impegnati a rilanciare la forza e l’immagine del centrosinistra calabrese dentro e fuori dei confini regionali.

La disfatta del Terzo Polo. Ma a più del 10% dei calabresi piace il Centro

Stati Uniti d’Europa ed Azione non hanno raggiunto la soglia di sbarramento nazionale del 4%. Lo hanno fatto però in Calabria, entrambe le due liste. Addirittura lo schieramento di Bonino e Renzi ha sfondato il 6% grazie al grandissimo risultato ottenuto dall’ex sindaco di Cariati, Filomena Greco, capace di conquistare 19.540 voti. Azione è di poco sopra al 4% grazie ai consensi ottenuti dal consigliere regionale Francesco De Nisi (insieme al collega Giuseppe Graziano hanno portato, di fatto, il partito nella maggioranza di governo a sostegno di Occhiuto) che ha ottenuto 11.586 voti. Insomma, anche, e soprattutto, in vista delle elezioni regionali 2026, chi punta a vincere dovrà tenere conto della forza del Terzo Polo in Calabria capace di ottenere più del 10% del consenso dei calabresi andati al voto alle Europee.