Prima l’Autonomia differenziata, adesso la sanità. Si allarga il divario tra il centrodestra che guida il Paese e quello che governa la Calabria. Se siano fibrillazioni destinate a essere superate o se, invece, si tratta di qualcosa di più profondo ancora non è ben chiaro. Di certo le differenze di vedute sono importanti e confermano il disallineamento sull’asse Roma-Catanzaro.
L’ultimo terreno di scontro, come detto, è la sanità. Con il presidente della Giunta regionale, Roberto Occhiuto, che ha addirittura ipotizzato, nel corso di una riunione con i ministri Fitto e Schillaci, di lasciare l’incarico di commissario per il piano di rientro del sistema sanitario calabrese. «Se le cose stanno così, vi rendo le chiavi». La partita è sempre quella del Pnc, il Piano complementare parallelo al Pnrr, che da giorni non fa dormire sonni tranquilli ai governatori. Palazzo Chigi ha deciso infatti di tagliare oltre 1,2 miliardi dal programma “Verso un ospedale sicuro e sostenibile”, che finanzia la messa a norma delle strutture, ad esempio, ai fini dell’antisismica e dell’antincendio.
Fitto ha spiegato che i soldi si potranno prendere dal cosiddetto “ex articolo 20”, un fondo creato nel 1988 per pagare le grandi opere della sanità, come la costruzione di ospedali. «Si tratta di vasi comunicanti», ha aggiunto il ministro riferendosi al cambio di “contenitore” dei fondi. La mossa ha scatenato la rabbia di tutte le Regioni, compresa la Calabria.
A rischio, anche se dalla Cittadella ritengono che alla fine tutto possa essere “salvato”, ci sarebbero interventi sulle strutture per un totale di 54 milioni. Si tratta, nello specifico, di due plessi dell’Azienda ospedaliera di Cosenza (la palazzina che ospita il reparto di Malattie infettive e un altro edificio risalente al 1939) oltre ai presìdi ospedalieri di Lamezia Terme e Soverato, oltre a una serie di interventi strutturali sui nosocomi di Praia a Mare, di San Giovanni in Fiore e Trebisacce, dipendenti dall’Asp di Cosenza.
Il problema, tra i tanti, è che il fondo per le grandi opere, dove già non ci sarebbe abbastanza denaro, verrebbe ridotto perché sarebbe utilizzato per altro. I fondi ex articolo 20 sono già in buona parte impegnati per portare a termine la realizzazione dei tre grandi nuovi ospedali della Sibaritide, di Vibo Valentia e della Piana di Gioia Tauro. Occhiuto, ai rappresentanti dell’esecutivo nazionale con i quali ha interloquito, ha sottolineato che non si possono togliere risorse per mettere gli ospedali in sicurezza a una Regione che è da 15 anni in piano di rientro. Salvo poi aggiunto che se il governo agisce così tanto vale rimettere il suo mandato di commissario della sanità.
Leggi l’articolo completo sull’edizione cartacea di Gazzetta del Sud – Calabria