Tempi lunghi per la discussione della proposta di referendum abrogativo dell’autonomia differenziata. Il testo sottoscritto dai capigruppo di minoranza in Consiglio regionale, Mimmo Bevacqua (Pd), Davide Tavernise (M5S) e Antonio Lo Schiavo (Misto), verrà calendarizzato in commissione Affari istituzionali non prima del termine della prossima settimana. Nei prossimi giorni, infatti, la presidente dell’organismo, Luciana De Francesco, si confronterà con il presidente del Consiglio, Filippo Mancuso, e con gli altri capigruppo per concordare una data utile all’esame della proposta legislativa.
Insomma, se altre Regioni – come le “rosse” Campania ed Emilia Romagna – hanno già deliberato in tal senso, in Calabria non solo l’esito si annuncia incerto, ma anche la tempistica si dilaterà molto. Ciò non serve a distendere gli animi che, al contrario, restano molto tesi. «Va cancellata al più presto – scrive sui social Nicola Irto, segretario del Pd calabrese – la legge vergogna sull’autonomia differenziata. Per questo noi vogliamo raccogliere le firme necessarie al referendum abrogativo. Forza Italia resta invece a guardare e ha istituito un inutile Osservatorio sugli effetti dell’autonomia, pur sapendo che saranno devastanti per il Sud e per l’unità del Paese. Il tempo delle recite è finito: Roberto Occhiuto impugni la legge vergogna e il suo partito ammetta gli errori e raccolga le firme come noi». E oggi, a Lamezia, il Pd illustrerà i dettagli dell’iniziativa messa in campo.
Ostacoli e quorum
L’eventuale deliberazione del Consiglio regionale calabrese – fatto non scontato viste le posizioni di partenza e i numeri in Aula – a favore del referendum abrogativo della riforma sarebbe solo il primo passaggio di un iter complesso. Prima la Cassazione e poi la Corte costituzionale dovranno infatti esprimersi sull’ammissibilità della consultazione popolare.