Cosa c’è di più forte di due donne che si alleano tra di loro per un obiettivo comune? Assolutamente niente e lo hanno dimostrato Francesca Michielin e Ambra Angiolini. Ma ripercorriamo per quale motivo si è giunti fin qui. Ad X Factor, Matteo Alieno Pierotti ha eseguito Bellissima, celebre pezzo di Annalisa che ormai in classifica da oltre 60 settimane. A non essere apprezzata da uno dei giudici, Morgan, non è stata la performance quanto la canzone che ha definito “di grande banalità dal punto di vista armonico. È armonicamente inesistente”.

Parole a cui la Michielin – che è la conduttrice del programma – non ha potuto replicare in onda, ma lo ha fatto durante il primo di una serie di live di Michielin, Suono di sabato all’Arca. Si tratta di sei appuntamenti settimanali nel locale milanese fino al 2 dicembre in cui la cantautrice, accompagnata da band e ospiti, canta, suona e parla in un’atmosfera più da jam session che da concerto tradizionale. 

A calcare il palco con lei c’era appunto Ambra Angiolini che del concorrente è la coach e che ha scelto il brano dell’artista. Ebbene, le due insieme hanno eseguito proprio Bellissima. Prima di intonarla, la Michelin ha fatto riferimento alle parole di Morgan e ha difeso strenuamente la canzone della collega e amica. 

Ha affermato: “Volevo dire questa cosa. Di ‘do’ in questo pezzo ce ne sono pochi. Non riprendete questo momento, non sto scherzando. Questa canzone è armonicamente molto complessa, ci tengo a dirlo perché io non posso parlare quando sono là (a X Factor, ndr). Voi sì (rivolgendosi ad Ambra), io no. Noi dobbiamo smetterla di chiedere alle donne di dover sempre dimostrare che sanno qualcosa”. Subito dopo di lei Ambra, prima di cantare, ha esordito: “Io spero che questa cosa cambi prima che arrivi per me la menopausa, vi prego”.

A quel punto la parola è passata di nuovo alla Michielin che ha sostenuto: “Questa canzone parte con un primo grado (della scala, ndr) che è Fa”. Ha poi iniziato a cantare il pezzo fino a “E non me lo merito” per poi evidenziare ancora una volta la complessità di Bellissima: “Re minore, sesto grado, bomba”. A quanto pare, dunque, c’è chi non la pensa esattamente come Marco Castoldi. Anzi.