Se ami il rock italiano da sempre sei di fronte ad una scelta: o ti piace Ligabue o ti piace Vasco. E non sembrano proprio esserci vie di mezzo con uno “scontro simbolico” che va avanti ormai da anni. Ma questa rivalità esiste per davvero? A parlarne è stato proprio Luciano Ligabue nel corso di un’intervista al Fatto Quotidiano in cui si è aperto su vari aspetti della sua vita privata e lavorativa. 

Spiegando come stanno le cose veramente con il rocker di Zocca ha sostenuto: “Con Vasco è successo semplicemente che, a un certo punto, ci hanno messo gli uni contro gli altri. Io non ho mai avuto problemi con lui, ma la cosa ha preso una deriva brutta. C’erano proprio le magliette dei fan di Vasco con scritto ‘Io odio Ligabue’ e il rapporto tra noi è diventato difficile. So che lui ha dichiarato recentemente che sono tutte menzogne giornalistiche: forse anche sì, non lo so, ma questa ‘sfida’ assurda tra me e lui mi ha sempre fatto male e messo a disagio”.

Il cantautore ha anche toccato un altro nervo scoperto ovvero l’accusa di usare sempre gli stessi tre accordi, qualcosa di cui spesso è stato additato. E qui Liga si vede costretto ad ammettere: “Magari un po’ di vero c’è. Non ho mai avuto nessuna pressione, quindi sono sempre stato libero di scrivere quello che volevo e quando lo volevo. Ciò che la maggior parte della gente ascolta sono solo i singoli, e i singoli (scelti dalle case discografiche) possono dare un senso di ripetitività. Volendo sempre essere ‘un cantautore con la band’, farò quasi sempre brani con 2 chitarre, basso, batteria e tastiera: e anche questo ‘limita’. Poi: sono sempre io quello che scrive testi, musiche e riff. Dunque ogni volta esercito il mio gusto, e anche questo può dare un senso di ripetitività”.

Tuttavia, a guardare meglio: “Se provo a chiedermi – e lo faccio – se hanno e hai ragione, mi metto ad ascoltare i dischi (per intero). Ascolto le produzioni ogni volta diverse. E dico che ‘Miss Mondo’ non c’entra nulla con ‘Buon compleanno Elvis’, ‘Arrivederci Mostro’ (prodotto da Rustici) non c’entra nulla con ‘Mondovisione’ (prodotto da Luisi). E via così. Però è la mia opinione, non posso convincere nessuno”.

E proprio dopo Buon compleanno Elvis, uno dei suoi dischi più popolari e riusciti, e il film Radiofreccia di cui è stato regista, sembrava che tutto per lui fosse giunto ai capitoli di coda: “Volevo fermarmi. Perché c’erano degli aspetti della popolarità che mi hanno messo nella condizione di non poter più avere una relazione normale con il mondo. Io so che, ogni volta che qualcuno parla con me, parla con l’idea che si è fatto di me. Ogni volta devo sfondare una parete, e non sempre ne ho voglia. Se non ho mollato, è perché non sarei capace a vivere senza fare concerti. Quindi, ecco: spero di smettere il più tardi possibile”.