25 anni di carriera, oltre 15 milioni di ascoltatori mensili su Spotify, 2 dischi di diamante, 39 dischi di platino e 22 dischi d’oro. Sono questi i numeri in breve che caratterizzano la carriera di Gabry Ponte, uno dei massimi rappresentanti della musica dance al mondo. E ora ad arricchire il tutto ci saranno anche quattro show imperdibili: il 27 gennaio al Mediolanum Forum di Assago, il 2 marzo al PalaAlpitour di Torino, il 6 aprile all’Unipol Arena di Bologna e il 15 giugno all’Ippodromo delle Capannelle per il Rock in Roma.
Ma prima di parlare del futuro, torniamo indietro nel tempo al suo successo Blue (da ba dee). Quando è nata, il DJ e produttore aveva 24 anni. “Questo disco è uscito senza aspettative, per quale motivo avremmo dovuto pensare a un successo del genere? Nel giro di pochi mesi ci siamo trovati dall’essere tre ragazzi normalissimi a calcare palchi pazzeschi in giro per il mondo”. E invece il 1° aprile 1999 Albertino l’ha trasmessa per la prima volta: “Lì abbiamo capito che sarebbe successo qualcosa. Prima la canzone è diventata una hit in Italia, poi sono iniziate ad arrivare le richieste di licenza da parte dei Paesi europei, tra i quali Francia e Germania, e successivamente dagli Stati Uniti d’America”.
Guardandosi indietro, Gabry non ha così tanti rimpianti, anzi. Al se stesso di 25 anni fa direbbe “di non ripetere alcuni errori, ma in realtà li rifarei tutti. Gli sbagli sono ciò da cui impari maggiormente, sono quelli che ti permettono di crescere, evolvere e andare avanti”. Si è mai chiesto come ha fatto a resistere dopo tutti questi anni senza diventare una meteora? “È necessario fare una differenza. Un conto è avere una hit, non dico sia facile, ma periodicamente può capitare, un’altra cosa è costruire un brand con cui le persone possano associarti nel tempo. La musica è il viatico per affezionarsi all’artista”.
Merito anche dell’impegno profuso. “Io non faccio un solo lavoro, ma più di uno: da quello di DJ durante i set alla produzione in studio. Voglio sempre far divertire le persone cercando di entrare in contatto con nuova musica. Faccio molta attenzione a ciò che ascoltano i giovani. Nel corso degli anni la figura del DJ è cambiata molto come il mondo della musica dance ed elettronica”. E nonostante il passare degli anni “ho sempre bisogno di fare cose nuove e andare avanti per non annoiarmi”.
Arriviamo ora al futuro, al Forum, da dove è nato il mini tour del 2024: “Ho deciso di buttarmi, non so se andrà bene o male, ma voglio lanciarmi. Adesso siamo già a quattro date, poi chissà cosa accadrà in futuro. Credo che la cosa più importate sia l’esperienza di un live, ovvero ciò che non si può condividere tramite internet. Per questo ho un’attenzione abbastanza maniacale agli show affinché le persone possano vivere una grande esperienza”.