
Il rapper Clementino ha espresso la sua stanchezza nei confronti dei continui casi di femminicidio e violenza giovanile nel corso di un concerto. In particolare, ha rivolto un appello a coloro che utilizzano un linguaggio violento nei testi delle canzoni rap, genere musicale molto popolare tra i giovani.
Bisogna prendere una posizione, una posizione che sia chiara a tutti, e a farlo ci ha pensato il cantante campano, Clementino, proprio dal suo palco: “Si lamentano che hanno stuprato una guagliona a Palermo, si lamentano che hanno stuprato na guagliona a Napoli, sa lamentano che è morto un musicista per un parcheggio. E allora non mi venite a dire che il rap non c’entra niente perché, se è il rap è la musica che loro ascoltano, io non posso dire a questi guaglioni: ‘Io sono figo, gli dò una coltellata’ perché tu sei o’frat do cazz se dici così”.
Inoltre, il cantante decide di continuare il suo discorso ponendo una riflessione alle orecchie degli spettatori: “A fare i follower su Instagram non ci vuole niente, bastano i soldi, a fare i like su Instagram ci vogliono i soldi ma a fare il freestyle, il rap, il talento, ci vuole lo stomaco, ci vogliono gli attributi…”. L’appello del rapper è chiaro, rivolgendosi ai suoi colleghi, di ogni età, soprattutto quelli più giovani che hanno una grande community.
Anche il trombettista Roy Paci ha deciso di lanciare un appello sui social: “Voglio o meglio desidero implorare tutti i colleghi e amici musicisti affinché si possa definitivamente cancellare dai testi o dai concetti espressi dal palco qualsiasi riferimento alla donna come tr*** pu*****, anche nelle sue declinazioni straniere come bit** et similia”.