In Bruciasse il cielo, il nuovo road movie diretto da Simone Peluso e disponibile dal 9 novembre, Blanco racconta la sua esperienza degli ultimi due anni, caratterizzati da un improvviso cambiamento di vita.

Mi è cambiata la vita subito, completamente. Prima lavoravo in pizzeria, preparavo pizza e patatine, e poi il giorno dopo è stato tutto diverso”. Con queste prime parole, il cantante comincia questo viaggio a ritroso negli ultimi anni e racconta di come la sua vita sia cambiata: “Facevo le pizze e poi prendevo quei soldi e andavo a Milano a registrare”. Poi, aggiunge: “Quando la vita va tutta di corsa è difficile che ti fermi, che pensi, io faccio tutto d’impulso”.

Un documentario che presenta l’artista a 360°, prima il cantante seduto per terra in mutande, poi ad un tratto il suo racconto si interrompe e lo spettatore viene trasportato a Los Angeles. Si vede Blanco che mangia un hamburger e sorride, sempre in compagnia del grande amico e produttore Michelangelo.

In Bruciasse il cielo, Blanco si apre al pubblico, confidandosi sulle sue paure, che – nonostante tutti i cambiamenti che la vita può presentare – queste non vanno via. In particolare, l’artista parla del timore della solitudine: “La solitudine è brutta, è una prova con sé stessi. Mi piace, però, pensare alle cose negative perché dal negativo viene fuori il positivo. Il dolore porta anche tanta ispirazione. Se sei solo felice non produci nulla di buono”.

Infine, l’artista parla anche della sua famiglia, concentrandosi sui suoi genitori: “Quando è scoppiato tutto, sono stati i miei genitori a dirmi: siamo orgogliosi di te perché non ci credeva nessuno, ci credevi solo tu”, racconta.