Tormentoni estivi ai blocchi di partenza! La bella stagione è alle porte e, con lei, tornano le canzoni da ombrellone, quelle di cui non ci libereremo mai per tutta l’estate e che ci rimarranno stampate in testa finché non tornerà la stagione delle piogge. E chi, se non Alvaro Soler, poteva dare il via alla stagione estiva?

Eccolo tornato, il bellissimo (e bravissimo) di Barcellona, con un nuovo singolo che sta per diventare la canzone più amata dell’estate. Muero, questo il titolo del brano, è nuovo e innovativo, diverso da quello a cui Alvaro Soler ci ha abituati in questi anni: in Muero, infatti, si ha un primo assaggio del suo nuovo stile, una produzione moderna ed elegante unita a elementi sonori eclettici e vibes positive. 

Un cambio di rotta che si è manifestato anche nell’immagine che Alvaro Soler ha voluto dare dare di sé, come testimoniato dal “repulisti” che l’artista ha fatto sui suoi social, cancellando quanto comunicato fin qui e cambiando logo, oltre che look&feel della sua pagina e della sua immagine. Una nuova ripartenza, insomma, come lui stesso ha detto: “Mi sono concentrato solo su me stesso e ho iniziato a scrivere di più, come facevo prima. Da solo, al pianoforte, con un foglio bianco davanti a me. Una situazione molto intima in cui ho potuto lasciarmi andare completamente. E la musica mi ha abbracciato!”.

Di certo, nella sua canzone (che si prevede essere tra i maggiori tormentoni estivi) non potevano mancare sonorità disco che invitano a ballare, ovviamente, un mix di pop musiche latine caratterizzate dalla presenza di una chitarra groovy. La canzone (la cui traduzione letterale sarebbe “Muoio”, ma che in spagnolo significa “Non vedo l’ora”, una sorta “Muoio dalla voglia di”), come racconta Alvaro Soler in persona: “Parla di un incontro del destino. Vedi questa persona e vuoi assolutamente conoscerla meglio. Muori letteralmente dalla curiosità di sapere di più su questa persona misteriosa. Sono estremamente sensibile a certe vibrazioni e sento subito quando sono in sintonia con gli altri. Questa canzone parla proprio di questo”.