Di seguito tutti gli appuntamenti teatrali nella nostra regione per la settimana che ci apprestiamo a vivere.
Cinema Teatro Italia di Eboli
Info 0828365333
Martedì 28 febbraio, ore 20.45
Teatro Eduardo De Filippo di Agropoli
Info 3247879696
Mercoledì 1 marzo, ore 20.45
Tradizione e Turismo e AG Spettacoli
presentano
Biagio Izzo in
Balcone a tre piazze
di Mirko Setaro e Francesco Velonà
con
Mario Porfito, Carla Ferraro, Roberto Giordano
Adele Vitale, Ciro Pauciullo
costumi Federica Calabrese, scene Massimo Comune
luci Luigi Raia, musiche Antonio Caruso
regia Pino L’Abbate
Napoli. Antivigilia di Natale. Un’insolita bufera ha interrotto tutti i collegamenti col resto dell’Italia. A causa della bufera, Alfredo ha dovuto rinunciare a un viaggio con la moglie, con cui è separato da sei mesi, un viaggio in cui sperava di riallacciare i rapporti con lei.
Mentre è da solo in casa, sente bussare al balcone. Un uomo infreddolito gli chiede di farlo entrare. È Riccardo, l’amante della signora a fianco. È dovuto scappare sul cornicione perché, a causa della tempesta, il marito è tornato a casa prima del previsto. La signora a fianco, però, è Elis, nuova e giovane moglie venezuelana di Michele, amico e vicino di Alfredo.
Alfredo, il giorno prima della vigilia di Natale si ritroverà a vivere una favola al contrario. Sarà, infatti, costretto a coprire la tresca di Elis ai danni del suo amico Michele, spacciando Riccardo per suo cugino. Dovrà recuperare il rapporto con sua moglie. E dovrà anche fronteggiare Ciro, un rapinatore capitato anch’egli sul suo balcone per scappare dall’appartamento in cui si era introdotto.
La bufera inaspettata, insomma, ha sconvolto i piani di tutti i personaggi, che si trovano a vivere una vigilia di Natale piena di equivoci.
Teatro Italia di Acerra
Info 08118280134, 3333155417
Giovedì 2 marzo, ore 20.45
Teatro Delle Rose, Piano Di Sorrento
info 0818786165, 3385003816
Venerdì 3 marzo, ore 21.00
Teatro Diana di Nocera Inferiore
info 3347009811
Sabato 4 marzo, ore 20.45
Cose Production
presenta
Sal Da Vinci in
La fabbrica dei sogni
scritto da Sal da Vinci e Ciro Villano
direzione artistica e coreografie Marcello e Mommo Sacchetta
con Fatima Trotta
e con
Ciro Villano, Francesco da Vinci, Daniela Cenciotti,
Ettore Massa, Enzo Fischetti, Federica Celio
I “Mainati”
Ludovica Cinque, Luca Grassano, Davide Richiello, Elisabetta Romano,
Mariateresa Russo, Luca Sciarrillo e i ragazzi della Cilea Academy
Ensemble
Ciro Amelio, Imma Caiazzo, Viola Cappelli, Deborah Frittelli, Cristina Gallettini, Andriy Lazorko, Marco Pipani, Enrico Savorani, Evelyn Giuseppina Sciarrino, Emiliano Serra
assistente alle coreografie Irene Tavassi
direzione musicale e arrangiamenti Adriano Pennino
scene Roberto Crea, costumi Amara Cavalcanti, disegno luci Francesco Adinolfi,
video scenografie Mariano Soria, scenotecnica Massimo Comune Sacs, trucco Ciro Florio
foto Pepe Russo, grafica Francesco Fiengo
ingegnere del suono Gianni Gallo, service Emmedue
direttore di scena Ferruccio Pepe
La fabbrica dei sogni è un “non luogo” che realmente esiste. È il posto dove si nascondono le persone che hanno paura del mondo perché ci si sentono in pericolo.
Ma è anche un luogo magico dove una favola divertente e romantica, scritta da Sal Da Vinci e Ciro Villano, prende forma, attraverso musiche e voci straordinarie, in primis quella di Sal, coreografie pazzesche, dirette da Marcello e Mommo Sacchetta, effetti spettacolari.
La fabbrica dei sogni è l’ultima roccaforte dei matti che ancora oggi non credono nei sogni, ma vivono nei sogni. Un cantautore vive, dimenticato dal mondo, in un manicomio abbandonato e fatiscente.
Non abbandona l’edificio, in attesa di essere abbattuto, perché quella è la sua casa, è il luogo dove è cresciuto, scrivendo canzoni che lui immaginava un giorno di cantare in un teatro vero.
Un agente di polizia municipale, incaricato di portarlo via, si lascia coinvolgere dall’artista ‘pazzo’ e sognatore nel folle progetto di trasformare quella casa di cura, che ospita anche altri personaggi reietti della società, in qualcosa che possa realizzare i loro sogni: un teatro che ospiti un vero spettacolo, portato in scena proprio dagli ‘ospiti’ di quel vecchio ospedale psichiatrico: i ‘pazzi’. Perché i pazzi non credono nei sogni, i pazzi vivono nei sogni!
Teatro Magic Vision di Casalnuovo
Info 0818030270, 3292180679
Giovedì 2 marzo, ore 20.45
Teatro Umberto di Nola
info 0815127683, 0818231622
Venerdì 3 marzo, ore 20.45
Teatro Barone di Melito di Napoli
Info 0813418905, 3278654469
Sabato 4 marzo, ore 20.45
AG Spettacoli & Top Agency
presentano
Francesco Cicchella in
Ancora…Bis!
Francesco Cicchella si gioca tutte le sue carte in un one man show esilarante, nel quale ritroviamo i suoi cavalli di battaglia (come le parodie dei cantanti Ultimo, Achille Lauro, Massimo Ranieri) e performances completamente inedite.
La comicità si sposa con la musica, come da sempre nello stile del giovane showman, per dare vita ad uno spettacolo ricco di emozioni e risate.
Sul palco, oltre all’artista partenopeo, che firma anche la regia, troviamo la sua fedele spalla Vincenzo De Honestis, la band composta da 8 elementi, diretta dal maestro Paco Ruggiero e due ballerine, che impreziosiscono lo show con le coreografie di Margherita Siesto. Lo spettacolo è scritto da Francesco Cicchella, Gennaro Scarpato e Vincenzo De Honestis.
Teatro Verdi di Salerno
info 089662141
Da giovedì 2 a domenica 5 marzo
(feriali ore 21.00 – festivi ore 18.00)
Effimera produzioni
in coproduzione con Diana OR.I.S
presentano
Il berretto a sonagli
di Luigi Pirandello
con Gabriele Lavia e Federica di Martino
e
Francesco Bonomo, Matilde Piana, Maribella Piana,
Mario Pietramala, Giovanna Guida, Beatrice Ceccherini
scene Alessandro Camera
musiche Antonio Di Pofi
luci Giuseppe Filipponio
costumi ideati dagli allievi del Terzo anno dell’Accademia Costume e Moda:
Matilde Annis, Carlotta Bufalini, Flavia Garbini, Ludovica Ottaviani
Valentina Poli, Stefano Ritrovato, Nora Sala
coordinatore Andrea Viotti
regia Gabriele Lavia
Per Luigi Pirandello la vita è una “soglia” troppo affollata del “nulla”… E tutta la sua opera ruota attorno a questo “nulla” affollato di “apparenze”, di ombre che si agitano nel dolore e nella pazzia. Solo “i personaggi” sono “veri” e “vivi”.
Il Berretto a Sonagli è una tragedia della mente. Ma porta in faccia la maschera della “farsa”. Pirandello mette sulla scena un “uomo vecchio” uno di quegli uomini “invisibili”, senza importanza, schiacciato nella “morsa” della vita e, poiché è un “niente di uomo” è trattato come se fosse niente.
Questa “domanda disperata” nasconde la concezione di se stesso, torturata e orgogliosa, di un uomo dissolto nel “nulla” del mondo, un nulla affollato da fantocci, da pupi.
Da fantasmi umani. Che spiano e che parlano. Parlano parole già “parlate”, consumate. E sul nostro palcoscenico, “come trovati per caso”: un vecchio fondale “come fosse abbandonato” e pochi elementi, “come relitti” di un salottino borghese, e “per bene”, dove viene rappresentato un banale “pezzetto” di vita di una “famiglia perbene” o di una “famigliaccia per bene” che fa i conti con l’assillante angoscia di dover essere “per gli altri”, di fronte agli altri.
Come se la propria vita fosse, per statuto, una recita per “gli altri” che sono gli spettatori ingiusti e feroci, della propria vita. Del proprio “teatro”. Vita di uomini che non sono altro che un segno che indica il nulla, fatto di apparenze, di fantasmi, di tutto quello che l’“io” è per gli altri.
È l’“essere-per-gli-altri” a prendere il sopravvento perché l’ “essere-con-gli-altri” è comunque il nostro “essere ineludibile”. Ciampa “scrive”, ha un mondo suo, ma solo di notte, di nascosto, come i delinquenti, quando “gli altri” dormono.
Ma, di giorno: Io sono la doxa, il “si dice“. È proprio il “si dice” ad “essere” la stessa sostanza identitaria del mio “io”.
È il “segno” della perversione del mondo degli altri. Quel “mondo degli altri” che percepisce il mio mondo come, appunto, il mio mondo (il mio essere) “appare” a lui, a quel mondo che “non” sono “io”.
Ma chi sono “io”? Chi è questo “io”? Questo “io” che è uno, nessuno e centomila. Questo “io” è “uno” con me stesso e “un altro io” con ognuno degli altri “io” che vivono nella “società dei pupi”: Questo “io” è determinato, nel suo essere, dalle centomila interazioni sociali, amorose, erotiche, amicali che quelle “interazioni” contribuiscono a frammentare. È questo “io” fatto a pezzettini che non ha più scampo.
L’unica speranza è difendere l’“io”dall’aggressione degli altri. Ma come? Ciampa usa spranghe alle porte, catenacci, paletti per difendere il suo “io”. Ma non ci riesce. È costretto a uscire, a “sporcarsi le mani”, direbbe Sartre. Esistere. Ma esistere vuol dire “mettere in gioco” se stesso.
E allora la “corda civile” e la “corda seria” non servono più. È la “corda pazza” che scatta. E scatta per tutti. Non si può difendere il proprio “io” dagli attacchi del mondo. Non è possibile uscire dal mondo, uscire da noi stessi. Se lo facciamo siamo morti viventi.
Teatro Comunale Costantino Parravano di Caserta
info 0823444051
Da venerdì 3 a domenica 5 marzo
(venerdì ore 20.45, sabato ore 19.00, domenica ore 18.00)
Ente Teatro Cronaca Vesuvioteatro
in collaborazione con A.G. Spettacoli
presentano
Carlo Buccirosso
in
L’erba del vicino è sempre più verde
scritto e diretto da Carlo Buccirosso
con (in ordine di apparizione)
Fabrizio Miano, Donatella de Felice Peppe Miale,
Elvira Zingone, Maria Bolignano, Fiorella Zullo
scene Gilda Cerullo e Renato Lori
costumi Zaira de Vincentiis
musiche Cosimo Lombradi
disegno luci Francesco Adinolfi
Mario Martusciello, funzionario benestante di banca, da tempo in aperta burrascosa crisi matrimoniale con sua moglie, si è rifugiato da alcuni mesi in un moderno monolocale, vivendo un momento di profonda depressione, insoddisfatto del proprio tenore di vita, delle proprie ambizioni, delle proprie scelte, delle proprie amicizie, e non di meno di sua sorella, rea di preoccuparsi eccessivamente del suo inaspettato isolamento.
In continua spasmodica ricerca di libertà, di cambiamenti, di nuove esperienze di vita e di un’apertura mentale che gli è sempre stata ostacolata dai sensi di inferiorità e dalla mancanza di spregiudicatezza, Mario guarda il mondo e le persone che lo circondano alla stessa stregua di un fanciullo smanioso di cimentarsi con le attrazioni più insidiose di un immenso parco giochi, cui non ha mai avuto l’opportunità di poter accedere…
Ed è così che pervaso dall’adrenalina della novità, dall’eccitazione del rischio, nonché dalla paura dell’ignoto, si ritroverà presto soggiogato dalla sindrome dell’”Erba del vicino”, ovverosia dalla sopravvalutazione di tutto quanto non gli appartenga, di ogni essere umano diverso da sé stesso, di qualsiasi tipo di emozione possa procurargli una donna che non sia uguale a sua moglie, come “una giovane avvenente influencer” conosciuta solo per caso…
Il tutto accompagnato da un senso di autocommiserazione, ed da un’ammirazione spropositata verso chi nella vita ha saputo guadagnarsi, con grande fortuna, soldi e successo a sbafo, a discapito suo che mai ha avuto il fegato di osare, né di cambiare modo di essere pur di raggiungere qualcosa d’importante…
È allora che quel senso di attrazione verso chi è diverso da te, che riesce in tutto più di te, e che sa essere quello che giocoforza non sei mai stato tu, potrebbe anche trasformarsi in un’irrefrenabile follia omicida, e a quel punto… sotto a chi tocca!
In un simile spiazzante panorama, chiunque avesse la malaugurata idea di suonare alla porta di casa Martusciello per qualsivoglia motivo, come per la consegna della ordinazione del giapponese o di un pacco postale, o peggio ancora per uno sventurato errore domiciliare, si troverebbe invischiato in una situazione non facilmente gestibile, con l’arduo compito poi di tentare di uscire dall’appartamento in tempi brevi, e possibilmente nelle migliori condizioni di salute!…
In definitiva, “l’erba del vicino” sarà pure più verde di quella dell’altro, ma ciò che conta è che non si macchi di rosso “sangue”… E se invece fosse proprio il vicino di casa in carne ed ossa, a sfidare la sorte suonando alla porta dell’appartamento di Mario, magari solo per chiedere la cortesia di qualche foglia di prezzemolo, cambierebbe qualcosa al finale della nostra vicenda?…
Carlo Buccirosso
Teatro Nuovo di Napoli
Info 0814976267
Sabato 4, ore 19.00, e domenica 5 marzo, ore 18.30
Infinito Teatro e Argot Produzioni
in collaborazione con Riccione Teatro
presentano
Da lontano
(chiusa sul rimpianto)
scritto e diretto da Lucia Calamaro
per e con Isabella Ragonese
con la partecipazione di Emilia Verginelli
disegno luci Gianni Staropoli
scene Katia Titolo
costumi Francesca Di Giuliano
Quanti di noi, da piccoli, hanno assistito impotenti ai drammi degli adulti amati? Quanti avrebbero voluto intervenire? Aiutare, capire. In fondo salvarli. E quasi mai si può.
Tra le desiderata incompiute che abitano un’esistenza, ogni tanto (fra le impossibili) fa capolino quella di psicanalizzare quel genitore dolente che abbiamo conosciuto da bambini.
Avere i mezzi, gli strumenti per farlo per dargli l’ascolto dovuto ed aiutarlo senza che se ne accorga. Il genitore che sentivamo più fragile.
Quell’adulto impreparato al mondo che ci accudiva alla bene e meglio attraversato com’era da tribolazioni e guai. Non stavano sempre bene i nostri genitori. Avevano parecchi dispiaceri. E noi eravamo piccoli, per lo più impotenti di fronte a quella loro ben declinata infelicità.
Intuivamo, non sapevamo, sospettavamo, non sapendo che fare.
Allora ho immaginato un luogo, piccolo, tra un fantomatico “di qua” e “di là” in cui questo fatto, questa parola che sia “evento”, che curi, possa accadere, per un po’.
Da Lontano mette in scena il tentativo irragionevole di una figlia adulta, diventata terapeuta, di fare oggi quello che non aveva potuto fare a quei tempi: aiutare quella madre tribolata, che esisteva solo quando lei era bambina.
Lucia Calamaro
Teatro Nuovo di Salerno
info 089220886, 089227595
Sabato 4, ore 21.00, e domenica 5 marzo, ore 18.30
Chic&Spuntini d’arte
presenta
Vittorio Marsiglia in
80 voglia di cantare
teatro musicale
con
Mariano Perrella, Isabella Alfano, Mario Vicari
Vittorio Marsiglia, con la sua comicità e irriverenza, porta in scena 80 voglia di cantare. Una serata all’insegna del mondo del varietà, dell’avanspettacolo e del café chantant, in cui l’attore, cantante e macchiettista ricorda i suoi trascorsi.
Sono i ricordi di una carriera artistica che dura da 60 anni, dove, coadiuvato dai musicisti Mariano Perrella (chitarra), Mario Vicari (pianoforte) e la cantante Isabella Alfano, ci riporta attraverso canzoni, macchiette, sketch e aneddoti alle sue numerose collaborazioni.
Ricorderà, inoltre, i suoi spettacoli teatrali tra cui spicca “Isso essa e ‘o malamente” spettacolo di grande successo portato in scena per decine di anni.
Non mancheranno, ovviamente, momenti emozionanti con l’esecuzione di alcune delle più belle canzoni della tradizione napoletana, per una serata all’insegna del divertimento, con qualche lacrimuccia.