La prima Galleria DADART, aperta a Salerno sul finire del 2023 (via lungomare Colombo 128 A, presso polo nautico), fondata da Daniela Diodato e con la direzione artistica di Emanuele Forte, oltre a promuovere i principali esponenti della scena nazionale e internazionale dell’arte contemporanea, si apre alla contaminazione dei linguaggi e diventa luogo per vivere l’arte in ogni sua accezione, sfumatura e direzione.
D’altronde nella parola “ar-te”, la radice ariana ar-, in sanscrito, significa proprio andare verso.
Dopo il format DADA ROOM, che, insieme con LOGOUT, ha trasferito la musica dei dj-set di livello nazionale e internazionale in Galleria (prossimi appuntamenti 10 aprile, 8 maggio, 12 giugno), ora DADART presenta “Dialoghi d’arte (quando le arti dialogano tra loro)”, rassegna d’arte e letteratura curata dalla giornalista e scrittrice Anna Marchitelli.
Durante le esposizioni degli artisti in Galleria, si terranno cinque appuntamenti letterari e culturali che intendono amplificare e ramificare i significati delle opere esposte, in un vero e proprio dialogo tra pittori, artisti, scrittori, poeti, docenti universitari, attori e musicisti per creare nuovi orizzonti, ricostruire gli immaginari corrotti e realizzare nuove pratiche di vita.
Ogni appuntamento avrà una parola-chiave ispirata alle opere esposte e intorno alla quale si snoderà l’incontro: fragilità, felicità, infinito, sguardo, immaginazione.
fragilità ∙ felicità ∙ infinito ∙ sguardo ∙ immaginazione
1 marzo ∙ 27 marzo ∙26 aprile ∙ 31 maggio ∙ 28 giugno
Il 1 marzo, alle ore 19, durante l’esposizione delle opere di Luca Vallone, dal titolo “Sotto pelle”, dove protagonisti sono i cuori, tattili e pulsanti, quale simbolo dell’intricata trama delle emozioni umane, viene presentato il libro “Il racconto fragile. Le Confessioni di Agostino”, scritto da Armando Bisogno, docente di Storia della Filosofia Medievale all’Università degli Studi di Salerno, e distribuito gratuitamente online.
Nato da un’esperienza autobiografica, il libro raccoglie le conversazioni fatte in aula con i propri studenti mentre insieme affrontavano la lettura e lo studio della celebre opera di Agostino: «Aver consapevolezza della propria fragilità costringe a prendere le misure, a dare il peso giusto alle cose e a vedere la felicità ovunque essa si mostri – dichiara l’Autore – Agostino, che considero in questo un maestro, mi ha insegnato che una comunità è tanto più forte quanto più è capace di accogliere e accompagnare le fragilità di tutti i suoi membri».
Sarà, inoltre, possibile contribuire alla raccolta fondi per la sezione di Salerno della AIL – Associazione Italiana contro leucemie, linfomi e mielomi.
Con l’autore dialogano Davide Monaco, docente di Ermeneutica filosofica all’Università degli Studi di Salerno, Luca Vallone e Anna Marchitelli. Legge alcuni estratti del libro l’attrice Viola Forestiero.
Il 27 marzo, alle ore 19, sempre durante l’esposizione delle opere di Luca Vallone, dal titolo “Sotto pelle”, in nome di un organo – il cuore – che esposto nelle sue mille forme e visioni apre il ventaglio di tutti i sentimenti, viene presentato “L’arte della felicità”, curato da Francesca Mauro e Luciano Stella, edito da Colonnese.
Nel volume sono raccolte alcune delle conferenze tenute dal filosofo Aldo Masullo durante “L’Arte della Felicità – Incontri e conversazioni”. Un’irripetibile occasione di confronto tra una moltitudine assolutamente non accademica e un professore che non insegnava né teoria né storia della filosofia, ma che sviluppava riflessioni concrete con sapienza profonda e con una umanità levigata dal tempo. Conferenze che, dunque, erano bussola di vita, ascolto attento di indicazioni preziose. Una mappa per pensare e orientarsi in sé stessi e nel mondo. L’arte della felicità come l’arte di un equilibrio precario e meraviglioso che si affronta con paure e dolori, con amori e passioni. Un equilibrio che si frantuma e si ricostituisce.
Con Stella, produttore cinematografico e co-fondatore di Mad Entertainment, e Mauro, psicologa e psicoterapeuta, dialogano Luca Vallone e Anna Marchitelli. Legge alcuni estratti del libro l’attore Ettore Nigro.
Il 26 aprile, alle ore 19, durante l’esposizione di un estratto dalla ricca mostra “Infinito” di Ciro Palumbo, ispirata alla celebre lirica di Giacomo Leopardi, viene presentato il libro d’artista dall’omonimo titolo, edito da Dadart Edizioni.
Frutto di un lavoro che coinvolge arte pittorica e poetica, e che in un secondo momento si traduce anche in voce e musica, il Maestro Palumbo, per affrontare L’Infinito, dunque, non ha scelto solo tela e pennelli, ma ha chiamato a raccolta due poeti: Anna Marchitelli e Davide Rondoni (fondatore del Centro di poesia contemporanea dell’Università di Bologna, autore del progetto Infinito 200 in occasione del bicentenario della
Ciò che ne è venuto fuori è un oggetto dotato di sua stessa bellezza, a iniziare dall’involucro, realizzato in cartotecnica, con materiali raffinati, che svela poi, al suo interno, i contenuti testuali, visivi e digitali.
“Infinito” è un progetto articolato e innovativo, perché comprende un ciclo pittorico dedicato, un libro d’artista con tiratura limitata di 150 esemplari, un catalogo, con al suo interno le opere dell’intero ciclo accompagnate dal testo critico di Luca Cantore D’Amore, la stampa di un soggetto tratto da un’opera del ciclo pittorico (di formato 50×60 cm), e dei contenuti extra, tra cui una stampa de “L’Infinito” di Leopardi e un dvd con le interpretazioni degli attori PierGiuseppe Francione ed Ettore Nigro, accompagnati dal musicista Guglielmo Pagnozzi e dal compositore Mario Autore.
Con Palumbo dialogano Rondoni e Marchitelli. Leggono alcuni estratti dei componimenti gli attori Pier Giuseppe Francione ed Ettore Nigro, accompagnati dal vivo da Mario Autore su musiche da lui composte.
Il 31 maggio, alle ore 19, durante l’esposizione di un estratto della mostra “IABO 20th. Mostra Antologica 2003/2023” di Iabo (che si è tenuta al PAN – Palazzo delle Arti di Napoli da gennaio ad aprile 2023), nasce l’occasione per dialogare intorno alla definizione “creatività urbana” e indagare quella varietà di fenomeni che vanno dal writing alla street art fino al nuovo muralismo, indagando lo stato di salute di una cultura e un’estetica che dalla città trasloca, seppur temporaneamente, in musei e gallerie.
Iabo è piena espressione della metamorfosi continua dell’arte urbana, non a caso l’artista è avverso a ogni tipo di etichetta e classificazione. La sua arte – caratterizzata dal gioco ironico delle combinazioni, il colore uniforme, il tratto deciso, ma anche gli accostamenti inconsueti tra immaginari e significanti apparentemente disgiunti ma sempre funzionali – è sempre pronta a osservare, interpretare, contaminare e dissacrare la realtà. Così, i suoi lavori si fanno portavoce di avvenimenti storici e interpreti di sentimenti collettivi, grazie a personaggi, dai tratti inconfondibili, che sanno comunicare, colmare distanze, scatenare reazioni.
Con l’artista dialogano Luca Borriello, direttore di Inward Osservatorio Nazionale sulla creatività urbana e coordinatore scientifico di Inopinatum – Centro Studi sulla Creatività Urbana, e Anna Marchitelli.
Il 28 giugno, alle ore 19, infine, la rassegna si chiude nel segno di Italo Calvino. Durante l’esposizione di un estratto della mostra “Visionaria – Omaggio a Calvino” che, dal 17 al 26 maggio 2024, è al Palazzo della Cancelleria di Roma, viene presentato il libro “Calvino” di Silvio Perrella, edito da Laterza.
Non propriamente un saggio, come lo definisce Marco Belpoliti, ma un romanzo in cui il protagonista – Italo Calvino – è al tempo stesso un uomo in carne e ossa e un fantasma. Calvino non amava parlare di sé direttamente, ma attraverso lo schermo delle immagini. Perrella ne ha interrogate alcune, le ha connesse tra loro e ha scoperto che in molte di esse si nascondono dei veri e propri autoritratti. «Avevo tenuto così a lungo con me la possibilità di scrivere un libro su Calvino, che quando davvero lo scrissi fu come acciuffare una cometa per la coda». Dagli anni Quaranta agli Ottanta del Novecento, il giovane, baldanzoso e iperattivo Calvino si trasforma in un malinconico Prospero della letteratura che desidererebbe dismettere le armi della finzione per tornare a essere lettore tra i lettori. La sua è la storia di una metamorfosi oscura e affascinante che s’intreccia con l’evoluzione della letteratura italiana e internazionale.
La Carloni, nel ciclo Visionaria, si lascia, invece, ispirare da alcuni tra i più celebri lavori di Calvino – “Il Barone Rampante”, “Marcovaldo”, “Le città invisibili”, “Lezioni Americane” e “Se una notte d’inverno un viaggiatore” -. L’artista, conosciuta a livello internazionale anche per i suoi murales, non solo ha già lavorato nel 2017 a una serie di dipinti che avevano come protagonista Cosimo Piovasco di Rondò, ma il suo immaginario, abitato da personaggi erranti, animali giganteschi e costruzioni meccaniche volanti, è intrinsecamente ricco di echi calviniani.
Con Perrella, scrittore e critico letterario, dialogano Vincenzo Salerno, docente Letterature Comparate dell’Università degli Studi di Salerno, l’artista e Anna Marchitelli. Legge un estratto del libro l’attrice Anna Bocchino.