Associazioni del Terzo settore in fermento a seguito della delibera del 26 settembre scorso che la Regione ha inviato agli Ambiti per chiarire gli aspetti relativi al contributo retta, ovvero al pagamento che i disabili ospiti dei centri diurni devono corrispondere. Le associazioni del territorio, che operano in questo delicato settore, hanno riscontrato delle discrasie rispetto alle concertazioni che erano state fatte dal Forum regionale con la stessa Regione.
In via preliminare, hanno evidenziato alcune problematiche che rischiano, a loro dire, di far collassare il sistema dei servizi socio-assistenziali offerti ai disabili e, soprattutto, di danneggiare i fruitori dei servizi e, quindi, le fasce deboli. Le associazioni hanno citato la sentenza del Consiglio di Stato del gennaio 2021 che ribadisce che la compartecipazione dell’assistito va calcolata unicamente in base all’Isee dell’utente, senza che i Comuni possano disciplinare la materia in modo derogatorio prevedendo criteri differenti. «Nella circolare regionale, invece – scrivono le associazioni – viene richiesto ai disabili di compartecipare alla retta con tutte le pensioni sia vitalizie che temporanee, ovvero tutti i tipi di pensione erogate dallo Stato. Da questa compartecipazione, per i disabili ospiti in strutture semi-residenziali come i centri diurni, non è concesso nemmeno detrarre la “franchigia”, ovvero l’importo pari a 250 euro che dovrebbe essere disponibile al disabile per le sue esigenze e spese personali (medicinali, terapie, cure aggiuntive)».
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