Riciclaggio di denaro, su vasta scala, in Germania per contro della ’ndrangheta e in particolare a favore di alcune famiglie di San Luca. È questa, in particolare, l’accusa che l’autorità giudiziaria tedesca, al termine di una lunga indagine avviata dopo una vasta operazione anticrimine scattata in Italia e in mezza Europa poco più di un anno fa, ha deciso di contestare a tre calabresi, tra cui due fratelli, che secondo i magistrati tedeschi a Siegen, nel centro della cittadina, avrebbero gestito una nota e frequentata gelateria, conosciuta come “Eiscafe Al Teatro”, che di fatto avrebbe svolto, a parte l’attività commerciale, un’altra doppia funzione: riciclare i soldi provenienti dal traffico di droga e fungere da punto di appoggio di giovani ’ndranghetisti che arrivavano in Germania per imparare (una sorta di “scuola di apprendistato”) la lingua e inserirsi nell’ambiente criminale.
Favorire un clan Ma non è tutto. Secondo i magistrati della Procura di Dusseldorf, titolari dell’inchiesta, le persone, di età compresa tra i 25 e 39 anni, tutte denunciate e iscritte nel registro degli indagati con l’accusa di riciclaggio di denaro, avrebbero “gestito” l’esercizio commerciale a per avvantaggiare un clan della criminalità organizzata calabrese e per consentire ad una figura di primo piano della ’ndrangheta di San Luca di «investire nella gelateria circa 400mila euro. In cambio la gelateria sarebbe servita da un lato a riciclare i proventi illeciti della ’ndrangheta provenienti dal traffico di droga e dall’altro a fungere da “base logistica” nel Nord Reno-Westfalia».

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