A chi gli chiede conto, il governatore Roberto Occhiuto continua a ripetere che dalla riunione del Consiglio regionale in programma giovedì 4 luglio non arriveranno particolari novità sull’argomento (spinoso) dell’autonomia differenziata. La discussa riforma approvata dal Parlamento, però, continua ad agitare partiti politici e sindacati. E anche all’interno della maggioranza di centrodestra non mancano i distinguo. Come quelli marcati dai rappresentanti di Azione, pronti sin da ora a sostenere la raccolta firma promossa dal centrosinistra per l’indizione del referendum abrogativo.
Si naviga a vista, insomma. E quella confermata dai consiglieri regionali Giuseppe Graziano e Francesco De Nisi potrebbe non essere altro che una prima crepa nel fronte del “sì” alla riforma, magari destinata ad allargarsi nei prossimi giorni. I territori, infatti, ribollono di tensioni. Prova ne sono le crescenti adesioni al documento dei sindaci delle principali città calabresi e finalizzato a fare pressione sulla Giunta regionale affinché presenti ricorso davanti alla Corte costituzionale contro il disegno di legge Calderoli. Dunque, ci si muove – con quali probabilità di successo sarà chiaro in seguito – lungo un doppio binario: da un lato puntando sullo strumento del referendum, dall’altro provando un’azione di moral suasion sul presidente della Regione affinché impugni la legge davanti alla Consulta. Tra i più strenui sostenitori di quest’ultima opzione c’è il sindaco di Catanzaro Nicola Fiorita. Replicando alla presidente di Anci Calabria, Rosaria Succurro, che aveva scritto ai sindaci calabresi chiedendo di «evitare forme di fughe in avanti» in relazione alla richiesta di impugnativa alla Corte costituzionale, il primo cittadino del capoluogo spiega come sia l’Anci «a rischiare di restare indietro. Il dado è tratto perché non è più il momento della melina, dell’ambiguità, dei documenti edulcorati. La strada maestra per contrastare la legge Calderoli è il ricorso alla Corte costituzionale. Se non dovesse bastare, andremo al referendum abrogativo. È la presidente Succurro a dovere prendere atto che 120 sindaci, e la lista si allunga di giorno in giorno, con tutte le grandi città in prima fila, hanno espresso una posizione forte. Ho riconosciuto a Succurro, in pubblico e in privato – aggiunge Fiorita – di avere coraggiosamente cambiato idea sull’Autonomia, ma ora dimostri, aderendo al nostro appello, di essere la presidente di tutti i Comuni e non di una piccola Anci timorosa e fin troppo ossequiosa al potere politico». Succurro, dal canto suo, non ci sta e controribatte: «La battaglia dei sindaci contro l’autonomia differenziata va portata avanti come Anci Calabria e non c’è alcun motivo per spaccare il nostro fronte unitario».