Che fine ha fatto la proposta finalizzata a consentire ai sindaci dei Comuni oltre ai 5mila abitanti di potersi candidare per un terzo mandato consecutivo? Il fronte degli amministratori locali spinge per ottenere il via libera dal Parlamento. Prova ne è l’ordine del giorno votato all’unanimità nel Consiglio nazionale dell’Anci e che “caldeggia” tale soluzione. «Noi riteniamo che solo i cittadini, e solo loro – sono state le parole pronunciate da Antonio Decaro, presidente dell’Anci, intervenendo all’assemblea nazionale dei sindaci -, dovrebbero decidere se confermare un bravo sindaco o mandarlo a casa come capita in tutti i sistemi democratici d’Europa. Solo in Italia questo non accade. Ma non sarà che hanno un po’ paura dei sindaci? Paura del nostro rapporto con i cittadini e con questo Paese?».
In Parlamento la questione è stata “congelata”. Se i leader di Pd e M5S hanno dichiarato la loro contrarietà a un provvedimento di questo tipo, la Lega invece è favorevole mentre FdI e FI non hanno ancora assunto una posizione ufficiale. Di certo c’è che in commissione Affari costituzionali del Senato giace un emendamento, presentato dal senatore Meinhard Durnwalder (Südtiroler Volkspartei), per concedere la possibilità ai sindaci di candidarsi per un terzo mandato consecutivo. La proposta è collegata al disegno di legge di Fratelli d’Italia per reintrodurre l’elezione diretta dei presidenti delle Province, all’esame di Palazzo Madama.

Le norme attuali

Il limite dei due mandati, oggi, riguarda sindaci dei grandi centri e presidenti di Regione. L’unico organo deputato a intervenire, secondo quanto indicato dalla Costituzione, è il Parlamento. A partire dal 1993 in Italia il sindaco è eletto direttamente dai cittadini. Inizialmente era previsto che il mandato durasse 4 anni (poi esteso a 5) e già allora fu stabilita la barriera invalicabile dei due mandati consecutivi. Tale previsione ha visto poi una prima modifica con l’adozione della legge Delrio che ha esteso il limite a 3 mandati ma esclusivamente per i Comuni fino a 3mila abitanti. Lo scorso anno infine è stata approvata una nuova modifica del Tuel, grazie alla quale possono accedere a un terzo incarico, se eletti, anche i sindaci di città con popolazione inferiore a 5mila abitanti.

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