Arrivare alla stabilizzazione degli oltre 4mila tirocinanti calabresi di inclusione sociale è l’obiettivo di Nidil Cgil e UilTemp. Ieri pomeriggio, a Lamezia Terme, le due organizzazioni hanno promosso un’assemblea con i precari per studiare nuove azioni in vista dell’approvazione in Parlamento della legge di Bilancio. Va detto subito che i margini di manovra sono ridotti a causa dell’esiguità di risorse disponibili e per la (quasi) impossibilità delle forze politiche a emendare un provvedimento nei fatti “blindato” dal governo. Eppure i responsabili di categoria delle due organizzazioni sindacali, Ivan Ferraro e Luca Muzzupappa, non intendono fare passi indietro. «Dopo un decennio di tirocinio – spiega Ferraro, esponente della Nidil Cgil – è giusto che questi lavoratori possano aspirare a un contratto con tutti i diritti e le tutele del caso».

Si punta, dunque, a fare “pressione” sulla rappresentanza parlamentare calabrese e sui vertici della Regione dopo il primo risultato ottenuto la scorsa estate con l’autorizzazione alla proroga dei contratti – e lo stanziamento delle risorse necessarie da Roma e Catanzaro – per un altro anno.

L’ultima iniziativa in ordine di tempo è rappresentata dall’emendamento al decreto Fiscale presentato al Senato da Fratelli d’Italia e finalizzato a consentire alle amministrazioni pubbliche di bandire procedure selettive per l’accesso a forme contrattuali a tempo determinato e a tempo parziale di 18 ore settimanali, della durata di 18 mesi, alle quali sono prioritariamente ammessi i tirocinanti rientranti nei percorsi di inclusione sociale calabresi. Tuttavia la proposta è stata temporaneamente accantonata dalla commissione Finanze di Palazzo Madama.

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