Lo avevano detto e lo stanno facendo. Nidil-Cgil – Felsa Cisl – UIL Temp e USB FdS non fermano il pressing sui soggetti istituzionali che possono incidere sulla vertenza dei Tirocinanti Calabresi. Hanno scritto direttamente alla Deputazione calabrese, nessuno escluso, a cui si chiede il sostegno alla ripresentazione ed all’approvazione dell’emendamento che prevede la contrattualizzazione a 18 mesi con relativa copertura finanziaria annua di 50 mln di euro, di questi lavoratori che operano nei Comuni, nelle Asp, nelle Province, Scuole ed in tanti enti pubblici e privati. Ma questa volta lo fanno dopo aver incassato il sostegno del Prefetto di Catanzaro e di Rosaria Succurro, Presidente di Anci Calabria.

Nella giornata del 13 dicembre, infatti, in occasione della manifestazione organizzata nel capoluogo di regione dalle quattro sigle sindacali, Anci Calabria aveva preso posizione accogliendo le istanze sindacali e scrivendo al Ministero della Funzione Pubblica oltre che ai deputati e senatori calabresi. Così come il Prefetto Enrico Ricci che, ricevute e ascoltate le richieste delle rappresentanze sindacali, si è immediatamente attivato per interloquire telefonicamente e personalmente con i diversi soggetti istituzionali convolti.

Da quell’incontro è nata anche una iniziativa parallela che porterà alla convocazione di un tavolo interistituzionale e che dovrebbe vedere seduti oltre a Cgil-Cisl-Uil-Usb, anche la Regione Calabria con il Presidente Occhiuto, l’Anci Calabria con la Succurro in rappresentanza degli Enti locali che accolgono il maggior numero di tirocinanti, le Province e Città Metropolitane, i Commissari delle Asp, Scuole e tutte le amministrazioni pubbliche che hanno usufruito dei tirocini per gli ex percettori di mobilità in deroga.

Tutti concordano sul fatto che non è possibile e non è degno di un paese civile prorogare ancora una volta la misura dei tirocini di inclusione sociale, e sul fatto che la mancanza di un assorbimento porrebbe due grosse problematiche: il venir meno di 4000 unità di personale nella macchina amministrativa delle degli Enti e delle comunità calabresi oltre al crollo del reddito di 4000 famiglie, con non indifferenti problematiche sociali e, in ultima analisi, anche di ordine pubblico. Nidil-Cgil – Felsa Cisl – Uil Temp e USB FdS, puntano dunque a tenere i fari accesi sulla vertenza ma soprattutto a formare un fronte comune che viene visto come l’unico modo per portare a definizione una problematica che investe così tante persone e si riservano se dovessero restare inascoltati a riscendere in piazza presso le istituzioni calabresi.