“Giornata del mare e della cultura marinara”. Un appuntamento finito nel dimenticatoio, proprio nel momento in cui in Calabria e in particolare sulla costa tirrenica tra Vibo e Lamezia Terme cresce l’attenzione sulle condizioni del mare e sulle fonti di inquinamento. A rilevare la grande disattenzione di amministratori e associazioni è il geologo Mario Pileggi, componente del consiglio nazionale “Amici della Terra”. Un richiamo forte il suo che suona come un invito a non lasciare soli le Procure (a cominciare da quella di Vibo) e tutti i componenti della taske-force che da mesi ormai battono tutto litorale e molte zone dell’entroterra allo scoperta di reflui e corsi d’acqua inquinati che finiscono per avvelenare il mare.
Un’attività investigativa importante, di notevole spessore di fronte alla quale ci si aspetta che i risultati arrivino presto. «In ogni caso – dice Mario Pileggi –, siamo in una fase in cui si avverte una crescita dell’attenzione e delle attività per la tutela e valorizzazione del mare e del nostro prezioso patrimonio costiero. Interesse ed attività che, per la concreta risoluzione dei problemi dell’inquinamento, richiedono interventi sulle reti e gli impianti di depurazione e risorse economiche notevoli come avviene in alcune realtà costiere del Belpaese. Nelle stesse realtà costiere, come ad esempio in corrispondenza delle spiagge dell’Emilia Romagna, sono in fase di ultimazione nuovissimi impianti idonei ad eliminare l’inquinamento e rendere balneabili anche le foci di canali e corsi d’acqua nel passato inibiti in modo permanente alla balneazione».

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