Avrà inciso anche l’economia sommersa nella performance del Pil 2023 nel Mezzogiorno? Una domanda lecita se si considera il peso che questa economia “non osservata” ha a livello regionale in Italia, con picchi elevati proprio al Sud. I dati disponibili non sono ancora confrontabili, perché riferiti ad annualità differenti. Ma il fenomeno esiste e ha dimensioni interessanti.
Nel complesso, il Pil 2023 al Sud è cresciuto più che al Nord, trainato soprattutto dal settore delle costruzioni, anche in Calabria. Il dato Svimez indica una crescita al +1,3% nel Mezzogiorno (Calabria 1,2%) contro una media dello 0.9% nazionale. Una crescita maggiore di quella del resto del Paese, che non si vedeva da queste parti dal 2015. Probabilmente avrà inciso lo slancio delle agevolazioni che ha dato forza al settore costruzioni (+7,4% in Calabria). Bisognerà vedere cosa accadrà negli anni a venire, quando lo stop a superbonus e simili dispiegherà i suoi effetti. C’è poi anche un altro dato che rinforza la crescita ed è quello delle opere pubbliche e, in parte, anche del terziario.
Ma in generale ci sono, dunque, più aspetti che vanno a comporre il dato economico delle regioni, anche quando questi non sono del tutto “osservabili”. È proprio su questa economia non osservata (che nel 2020 ha creato un valore aggiunto di 174,6 miliardi di euro) che il Centro studi “Tagliacarne” ha realizzato uno studio che mostra la situazione nei vari territori, rilevando anche alcuni dati calabresi che raccontano molto di quell’economia sommersa e dell’evasione fiscale che, ancora, finiscono per creare criticità e distorsioni al funzionamento del mercato nel suo complesso. Le componenti di questa economia “invisibile” sono quattro: il sommerso economico, cioè quelle attività nascoste al fisco, alla previdenza e alle rilevazioni statistiche. Un valore aggiunto sommerso che «comporta implicitamente una frode Iva ai danni dell’erario in quanto rappresenta un imponibile non dichiarato».