Lo stop agli sprechi è stato uno dei princìpi ispiratori della riforma dei Consorzi di bonifica varata in Consiglio regionale. Da undici enti a uno solo per razionalizzare le risorse e rendere più efficiente l’intero sistema. Tutto bene, anche se i primi passi compiuti dal nuovo corso guidato dal commissario Fabio Borrello non sembrano proprio in linea con le aspettative della vigilia. Il riferimento è a una delibera dei giorni scorsi, firmata dallo stesso Borrello, attraverso cui si affida a un incarico di consulenza legale (costo oltre 40mila euro a carico degli enti ormai disciolti) per un «supporto giuslavoristico affinché il trasferimento dei lavoratori dei Consorzi di bonifica avvenga nel rispetto della legge regionale e della normativa in materia». Il prescelto è l’avvocato Nicolò Schittone, del Foro di Roma, che nel suo curriculum scrive di aver già collaborato con l’Anbi (associazione di cui Borrello è vicepresidente regionale) e lo Snebi per i Consorzi di bonifica.
Dunque, nessun dubbio sulle capacità professionali dell’avvocato individuato dai commissari uscenti e da Borrello al termine di un recente confronto nella sede di Catanzaro. Semmai, a destare qualche perplessità, è la procedura seguita per portare a termine un lavoro che, almeno a sentire diverse figure con ruoli di responsabilità che lavorano negli Enti consortili calabresi, poteva essere svolto senza ulteriori aggravi di costi per le casse del neonato Consorzio unico. In ogni caso, sempre secondo quanto si legge nella delibera di affidamento del mandato, «il compenso può ritenersi congruo in considerazione dell’incarico da svolgere».

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