Con la protesta degli agricoltori, a Potenza, sono caduti molti stereotipi. Ci guardiamo intorno e ci vediamo tutti più adulti, più anziani, ma, ieri, è stato emozionante vedere sui trattori tanti ragazzi, molti con le fidanzate, qualcuno con i bimbi, sottratti volutamente alla scuola, per un evento da non cancellare. Mai un settore produttivo ha espresso tanta bella gioventù, volta a smentire chi sostiene che la terra è bassa e nessuno più la vuole lavorare. Ieri, è apparsa la Basilicata che vuole frenare lo spopolamento, come per magia, è ricomparsa la speranza in chi vuole rimanere, avere bambini e farsi una famiglia.
È stato toccante guardarli e leggere nel loro sguardo che il “futuro lo vedono duro”, ma non vogliono “guardare lontano”, perché per loro l’America è qui. Noi lucani, come Mosè nel deserto, sono quarant’anni che aspettiamo la nostra “Terra Promessa”, persino la tragedia del terremoto ci sembrò un’opportunità, ma il problema è che la nostra terra è stata promessa a troppi: ai petrolieri, alle multinazionali del vento, del sole, dei rifiuti, persino ai cinghiali venuti dall’Est. I governanti che si sono alternati si sono sempre difesi appellandosi una volta alla crisi internazionale, poi, allo Sblocca Italia, poi al Governo Centrale e all’Unione Europea, sicché i pazienti lucani, l’ultima volta, si sono affidati al centro destra e, per incanto astrale, si è verificata una congiuntura politica unica, tutto si è allineato: a livello locale, centrale ed Europeo, preso atto della stima riconosciuta alla premier.
Tutti a confidare nell’ultimo anno e mezzo di legislatura regionale per risolvere i nostri problemi, eppure, oggi, l’Assessore all’Agricoltura ha spiegato che per tante criticità la regione non può intervenire in quanto bloccata dalla normativa nazionale ed europea e allora a che serve questa congiuntura favorevole?
I giovani di ieri, però, non faranno i nostri errori perché, ricordando Eros Ramazzotti, ci hanno gridato: “Noi non ci fermeremo, non ci stancheremo, ed insieme noi troveremo, una terra promessa, una Basilicata diversa”.
I giovani di ieri non possono aspettare altri quarant’anni, buona parte dei trattori presenti sono stati finanziati con i PSR, adesso, devono arare e chi governa risolva. *Porzia Fidanza, associazione Antigone