Riceviamo e pubblichiamo la lettera aperta di un cittadino che racconta l’esperienza vissuta da paziente nel reparto di Chirurgia all’Ospedale San Carlo di Potenza

Quando, appena un mese prima, mi era stato diagnosticato quel tumore, il respiro si è bloccato. Ho pensato che quella diagnosi sarebbe stata l’inizio di un calvario. Ho temuto che, per poter ricevere cure adeguate, avrei dovuto preparare le valige e allontanarmi dalla mia famiglia. Ho temuto il dolore, gli esami invasivi, l’attesa dei referti ma, soprattutto, ho temuto di dover affrontare tutto questo in solitudine. Perché pensavo che per un ammalato del Sud Italia, l’accesso alle cure migliori equivale a salire su un treno.

E invece mi sono felicemente dovuto ricredere perché ho potuto constatare con mano che anche qui, nella mia regione, esiste una medicina di qualità e soprattutto esistono medici con grande umanità e professionalità.

Sono stato operato nel reparto di Chirurgia dell’ospedale San Carlo di Potenza e ho ricevuto le migliori cure che potessi immaginare. Dalla presa in carico alla preparazione operatoria, dal post intervento alle dimissioni, mi sono sentito accolto, curato, protetto. Ho messo la mia vita nelle mani dei medici del San Carlo e non avrei potuto fare scelta migliore. Sento, dal profondo del cuore, la necessità di rivolgere un ringraziamento particolare al dottor Giovanni Del Vecchio, al giovane e competente dottor Giuseppe Dinatale, all’anestesista dottoressa Giuseppina Opramolla e a tutti i medici, gli infermieri ed il personale OSS del reparto.

Mi hanno spiegato che questa nuova pratica che adottano in reparto, il protocollo ERAS, consente al paziente una rapida ripresa. Ebbene, la sera stessa del giorno in cui sono stato operato, ero in piedi e ho potuto mangiare. Dopo due giorni ero già a casa, tra i miei affetti più cari.

Non trovo le parole più giuste per ringraziare i medici che mi hanno operato e che mi hanno consentito di tornare a riprendere il respiro che si era bloccato il giorno in cui mi hanno comunicato la diagnosi. Pensavo fosse la fine e invece è un nuovo inizio. Con mia moglie, i miei figli e i miei adorati nipoti che continuerò a veder crescere.

Con infinita gratitudine, D. B. Atella