Di seguito il comunicato stampa di Albano Garramone, referente Comunità Laudato si’ Potenza, sulla tutela del verde nella città. 

Impazza il virus delle motoseghe a Potenza ed è una vera e propria guerra contro la natura quella scatenata in ogni ambito della città. Una lotta che non conosce tregua. Ogni stagione è buona, e si è perso il conto degli alberi antichi e maturi, abbattuti o ridotti a scheletri senza foglie e rami. Non viene risparmiata la vegetazione arbustiva autoctona delle scarpate e, non erano stentati alberelli o sterpaglie, ma pioppi e aceri maestosi erogatori di servizi ecosistemici, quelli divelti in un quartiere già pesantemente cementificato. Un intero polmone verde viene spianato dalle ruspe contro la volontà dei cittadini della zona, violando i loro bisogni e quel sacro principio di partecipazione, che rappresenta il filo conduttore della normativa in materia di verde urbano.

Sono tante le domande da porsi sull’attuale “tabula rasa” del verde in città, indice indubbio di un paese che vola basso. Di una città che ha bisogno di ritrovare il linguaggio della “bellezza” e della “cura”, in un contesto produttivo ed economico che insegue senza posa il profitto di pochi a scapito della salute, del benessere, della giustizia e l’involuzione dei processi democratici e partecipativi. I problemi ambientali sono il conto del pianeta, che sotto la pressione esercitata dall’uomo a scapito della natura, fa sentire la sua voce con una violenza inaudita. Desertificazione, perdita di biodiversità, acidificazione dei mari e dei suoli, alluvioni e siccità, scioglimento dei ghiacciai indicano l’urgenza di un cambio di rotta, un ripensamento del nostro modo di abitare la Terra.

Non sono frasi campate in aria, ma confermate da tempo e in modo compatto e consolidato dalla scienza, le affermazioni del Segretario Generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, dette in occasione dell’apertura della quindicesima Conferenza delle Parti sulla diversità biologica (la cosiddetta COP15): “L’umanità è diventata un’arma di estinzione di massa, ma tutta questa distruzione ha un prezzo enorme. Posti di lavoro persi, devastazione economica, fame in aumento, costi più elevati per cibo, acqua ed energia, diffusione di malattie e un pianeta degradato. La guerra dell’umanità contro la natura è in definitiva una guerra contro noi stessi”. Sono parole che interpellano ognuno di noi, al di là del colore politico, e una città dormiente che è chiamata non solo a tutelare la vitalità di spazi ad alta naturalità, come il tratto cittadino del Basento, le quercete storiche di Pallareta, Macchia Romana e Sant’Antonio la Macchia o i fossi urbani di Santa Lucia e Malvaccaro, ma anche a incentivare processi culturali, che diano senso e significato a piccoli lembi di vegetazione, come l’area boscata di via Maratea, nel rispetto delle leggi vigenti e delle direttive nazionali e internazionali.

Parliamo di Agenda 2030 dell’ONU, Green Deal Europeo, Strategia Europea sulla Biodiversità, Decreto clima del 2019, Strategia Forestale Italiana, PNRR italiano. Non ultimo l’art. 9 della Costituzione con il suo forte richiamo allo sviluppo sostenibile. Leggi e documenti che enfatizzano, come strumento cardine dei nuovi modelli di città sostenibili, il potenziamento della foresta urbana e periurbana, di ecosistemi integri, infrastrutture verdi e soluzioni basate sulla natura, da integrare sistematicamente nella pianificazione urbana e nella progettazione degli edifici e delle loro pertinenze.

Particolare rilievo assume la legge n.10 del 2013, che detta le Linee guida e la Strategia nazionale per la gestione del verde urbano e che prevede, tra l’altro, l’obbligo di mettere a dimora un albero per ogni bambino nato o adottato, la tutela e le modalità di rinnovo delle alberature storiche, la presentazione del Bilancio arboreo a fine mandato, il Censimento del verde e il Sistema Informativo del Verde (SIV), il Piano e il Regolamento del verde pubblico e privato, come strumenti conoscitivi irrinunciabili per la programmazione e la manutenzione del verde.

“Solo dal basso e con l’aiuto dall’Alto è possibile il cambiamento”, dichiara Papa Francesco, nel summit delle Comunità “Laudato sì”, tenutosi quest’anno a Verona. Sono realtà associative queste che, come la nostra, non hanno statuti, ma si ispirano a quel documento straordinario che è l’Enciclica “Laudato sì” dello stesso Pontefice e all’opera del “Santo” da cui ha preso il nome. Quel Francesco di Assisi, tra i più grandi interpreti di una vita in armonia con gli uomini e con la natura, che in un mondo che era e che è abitato ancora da lupi violenti, da torri e spade, inquinato da troppo odio per parlare di pace e che ha perso il respiro dell’anima, ci chiede anche oggi di portare nel vissuto la forza della Fede e della Preghiera, di irradiare pace dove regnano il rancore e la violenza, di portare la verità e la speranza dove albergano falsità e disperazione, di essere portatori di luce che vanno fino in fondo alle cose per identificarne il senso ultimo, laddove regnano le tenebre”. Albano Garramone referente Comunità Laudato si’ Potenza