Sono stati presentati nell’area dei ruderi dell’Abbazia di Sant’Ippolito, ai Laghi di Monticchio di Rionero in Vulture, i primi risultati degli scavi archeologici in corso nell’ambito dell’ “Autumn archaeological international school Monticchio 2023”. Gli scavi, che sono stati avviati il 9 ottobre scorso e termineranno il prossimo 4 novembre, hanno trasformato lo splendido scenario dei laghi in una scuola di archeologia a cielo aperto, grazie alla presenza di 25 giovani studenti italiani e stranieri che sotto la guida della professoressa Francesca Sogliani dell’Università degli studi della Basilicata e degli esperti della Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio della Basilicata hanno lavorato e continuano a lavorare alla promozione della conoscenza, alla valorizzazione ed allo sviluppo del patrimonio archeologico dell’area di Monticchio, dall’antichità al Medioevo, al fine di valorizzare quelle tematiche specifiche di cui il territorio, per i suoi trascorsi e per la sua consistenza storico-naturalistico-archeologica, è evidentemente portatore.

“L’area di Sant’Ippolito rappresenta un luogo magico, in termini di bellezza e inestimabile importanza storica e culturale- ha spiegato il sindaco di Rionero in Vulture Mario Di Nitto- un luogo di immenso valore che non vediamo l’ora di rendere un vero Parco Archeologico, incastonato tra i due laghi e per questo di indubbia originalità e unicità”. L’ “Autumn archaeological international school” è stata organizzata nell’ambito del progetto Pnrr “Borgo Monticchio Bagni” del ministero della Cultura e vede la co-gestione da parte dell’Università degli studi della Basilicata (Dipartimento delle Culture europee e del Mediterraneo: Architettura, Ambiente, Patrimoni culturali – Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici) e della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio della Basilicata ed il Comune di Rionero in Vulture.

“Il progetto- è stato spiegato nel corso dell’incontro sul sito archeologico- rientra nell’ambito dell’investimento sull’ Attrattività dei borghi finanziato dall’Unione Europea nell’ambito del programma NextGenerationEU, ed è basato sulla rigenerazione culturale dell’area di Monticchio e sul rilancio turistico del territorio”. La finalità è quella di arrestare i fenomeni di declino demografico, assicurare lo sviluppo economico e la partecipazione e occupazione giovanile , preservare e valorizzare i patrimoni fisici, culturali ambientali e le potenzialità turistiche economiche grazie anche ad un cambiamento del modello organizzativo e gestionale dei mezzi, degli strumenti e delle risorse del complessivo patrimonio territoriale. Il Comune di Rionero in Vulture, con il supporto specialistico di Exeo Lab, business consulting attiva nel settore della consulenza alle pubbliche amministrazioni ed alle Pm, sta realizzando il progetto attraverso un’articolazione combinata 14 interventi materiali ed immateriali in perfetta linea con i tempi previsti dal ministero della Cultura e dalle milestones del Pnrr.

Tre le linee di intervento delle attività in corso a Monticchio Bagni: formazione specialistica in campo archeologico; la ricerca condotta attraverso l’utilizzo di moderne tecnologie e metodi di archeologia globale; valorizzazione, comunicazione e gestione del patrimonio che, attraverso la creazione di un museo open space nell’area dell’istmo, di percorsi tematici e di spazi fruibili da studenti, cittadini e turisti, sia finalizzata alla partecipazione condivisa della comunità civile per la conoscenza e la fruizione del patrimonio archeologico e storico regionale. La “Autumn archaeological international school Monticchio 2023” è concepita come laboratorio di sperimentazione e di ricerca per la formazione avanzata di studenti di archeologia e discipline affini dell’Università degli Studi della Basilicata e di altri atenei italiani e stranieri, di specializzandi e specialisti, di dottorandi e dottori di ricerca. Rappresenta, inoltre, una straordinaria opportunità per gli studenti di acquisire esperienza pratica sullo scavo archeologico, lavorando fianco a fianco con i principali ricercatori del settore, che comprende attività pratiche sul campo (scavo archeologico, sperimentazione di nuove tecnologie di rilievo e documentazione applicate all’archeologia, studio e catalogazione dei manufatti archeologici), lezioni in aula integrate da attività seminariali e laboratoriali su tematiche e metodologie di ricerca multidisciplinari, tenute da esperti italiani e stranieri.

“L’intervento è molto importante- ha ribadito la Soprintendente, Luigina Tomay – perché segna la ripresa delle indagini archeologiche interrotte tempo fa. Le indagini sono rilevanti sia ai fini della ricerca che per la valorizzazione del territorio”. Soddisfazione è stata espressa dalla docente dell’Unibas, Francesca Sogliani . “Stiamo portando in luce i resti di uno dei più importanti complessi monastici fondati nell’alto medioevo sull’istmo dei due laghi “di cui abbiamo copiosa documentazione scritta che grazie agli scavi in corso stiamo cercando di coniugare con i resti in ritrovamento”.