AVEZZANO. In Comune si studiano i possibili scenari in vista dell’evacuazione per l’emergenza causata dal ritrovamento dell’ordigno bellico nel quartiere Cupello. Ieri mattina si è tenuta una riunione operativa a Palazzo di città, alla quale hanno preso parte amministratori e dirigenti. La bomba ritrovata in un cantiere edile è di fabbricazione americana, con un peso di mille libbre (pari a 453 chilogrammi), una delle più grandi rinvenute in Italia, contenente 250 chili di esplosivo (probabilmente amatolo).
PARLA DI PANGRAZIO
«La riunione», sottolinea il sindaco Gianni Di Pangrazio, «è stata fatta da tutti i responsabili delle funzioni del Coc (Centro operativo comunale) in vista delle decisioni che prenderà il tavolo tecnico in prefettura. Sarà fondamentale la collaborazione dei cittadini che verranno informati nei tempi giusti e nel modo più capillare. Ci sono già esperienze precedenti di situazioni che la città si è trovata a gestire e tra poche ore (domani mattina, ndc), sapremo quando si procederà agli interventi di rimozione».
SLITTA IL VERTICE IN PREFETTURA
Slitta a domani la riunione in prefettura (inizialmente prevista oggi), all’esito della quale verrà definito il raggio di evacuazione intorno al luogo del ritrovamento (all’angolo tra via Opi e via Cupello). Decisioni che verranno prese dopo un’attenta valutazione sulla base dell’analisi elaborata dagli artificieri. I militari illustreranno nel dettaglio le operazioni di disinnesco e brillamento in relazione al potenziale esplosivo del residuato bellico. La riunione è stata convocata dal viceprefetto Maria Cristina Di Stefano alle 10.30 nella sala operativa di Protezione civile della prefettura. Parteciperanno, oltre al sindaco Di Pangrazio e agli artificieri, rappresentanti delle forze dell’ordine, vigili del fuoco, vertici del Comando forze difesa Sud, Croce rossa, Protezione civile regionale, responsabile 118, Anas, Provincia, Enel, Snam e Consorzio acquedottistico marsicano.
POSSIBILI SCENARI
In attesa del vertice, in Comune si valutano i possibili scenari: si ipotizza un raggio di evacuazione da un minimo di 300 metri fino a oltre un chilometro. L’operazione di disinnesco di un ordigno bellico comporta la limitazione della mobilità urbana e l’interruzione del servizio di fornitura di gas, acqua ed energia elettrica. Nel caso di un raggio di evacuazione di almeno un chilometro potrebbero essere coinvolti nel piano di sgombero una clinica privata, la linea ferroviaria e la superstrada del Liri. Il Centro operativo comunale di via Fontana, immediatamente attivato per fare da raccordo alle operazioni di evacuazione e per offrire supporto alla popolazione, si sta dando da fare per individuare le strutture di accoglienza e i punti di raccolta fuori dal raggio di evacuazione, allestire eventuali punti medici avanzati e organizzare il rientro della popolazione a operazioni terminate. Una volta stabilita l’area interessata dallo sgombero dovrà essere censita e verrà informata tutta la popolazione da evacuare, con particolare attenzione ai cittadini più fragili, come anziani, invalidi o persone affette da particolari patologie, ai quali occorre garantire anche assistenza medica. Quanto ai trasporti pubblici locali, occorrerà rimodulare il servizio in seguito alla chiusura delle strade di una porzione di città. In particolare la rete stradale dovrà essere gestita con controlli e posti di blocco intorno alla zona interdetta. Occorrerà poi valutare il coinvolgimento delle infrastrutture, di eventuali beni di pregio da tutelare e delle principali reti di comunicazione autostradali e ferroviarie. Importante sarà il ruolo dei volontari che potranno offrire supporto alla popolazione sia nelle fasi di evacuazione e rientro sia nei punti di accoglienza individuati. Al fine di limitare i disagi le operazioni potrebbero svolgersi di domenica mattina. Dopo la rimozione di entrambe le spolette – sul posto – l’ordigno dovrà essere portato in una cava (o in altro luogo sicuro) per l’esplosione controllata. Anche il percorso dal luogo del ritrovamento a quello dell’esplosione dovrà essere messo in sicurezza.
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