L’AQUILA. L’occupazione della sede Asl si è conclusa, ma continua il presidio di protesta. L’occupazione era partita giovedì scorso. Gli esponenti delle forze sindacali, dei medici di medicina generale e le forze politiche di minoranza hanno messo su carta tutta una serie di richieste a cui l’Asl dovrà rispondere. Al primo punto: impedire la chiusura dei nuclei di cure primarie, gli studi associati dei medici di famiglia.

Tra le richieste ci sono anche quelle di fare i bandi di concorso, stabilizzare i precari dell’Asl, rivedere la ripartizione dei finanziamenti per l’edilizia sanitaria, risolvere definitivamente il problema relativo ai nuclei di cure primarie, rivedere la scelta di collocare la Casa di comunità all’interno del San Salvatore e di portare in consiglio comunale una relazione dettagliata sulle conseguenza dell’attacco hacker. 

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Di «accuse strumentali» parla invece l’Asl. «Sono del tutto false e strumentali le accuse rivolte da alcune organizzazioni sindacali in relazione al problema delle sostituzioni dei medici di medicina generale nei nuclei di cure primarie», scrive la direzione aziendale. «Comprendiamo il particolare momento elettorale e la tendenza alla faziosità delle posizioni assunte», continua l’Asl, ricordando che «su 210 medici di medicina generale in servizio nel nostro territorio, 94 sono impegnati all’interno dei nuclei di cure primarie e rappresentano il 45% del totale. Nell’Asl di Pescara su 258 medici di medicina generale ne sono impegnati all’interno dei nuclei 77, rappresentando solo il 30% del totale; nell’Asl Chieti su 317 medici ne sono impegnati 53, con una percentuale del 17%; infine nell’Asl Teramo su 205 medici sono impegnati nei nuclei di cure primarie soltanto 60 (29%). I numeri parlano chiaro, non ci sono cittadini di serie A e B e non c’è alcun taglio ai servizi e troviamo a dir poco vergognose», conclude la direzione aziendale, «pressioni strumentali che ci vengono indirizzate in questi giorni per farci compiere atti e provvedimenti palesemente illegittimi, a spregio della prossima sottoscrizione, coi medici di medicina generale, del nuovo accordo».

La protesta si sposta ora sui tavoli della politica: arriva in consiglio comunale, lunedì è già fissata una seduta straordinaria, e anche in Parlamento con il senatore Pd Michele Fina. I sindacati hanno invece intenzione di portare la vertenza all’attenzione del ministro della  Salute Orazio Schillaci, in visita all’Aquila martedì 27.