
TERAMO. Suscita reazioni contrastanti l’avvicendamento tra Guido Castelli e Giovanni Legnini alla guida della ricostruzione post-sisma del Centro Italia. Usa parole di fuoco Renato Boccardo, vescovo di Spoleto-Norcia secondo cui la scelta del Governo è «uno schiaffo alle popolazioni terremotate». Il presule ritiene che «l’operazione sia figlia di una politica scellerata e di basso livello che passa sopra le teste della gente» e chiede spiegazioni, alla luce dei risultati ottenuti, sulla sostituzione di Legnini «persona seria e capace». Per il centrodestra conta l’esperienza maturata sul campo da Castelli nella gestione dell’emergenza nelle Marche.
«Insieme abbiamo lavorato bene e ottenuto risultati con il commissario Legnini», evidenzia il governatore Marco Marsilio, «sono certo che lavoreremo altrettanto bene e in perfetta continuità». Anche il sindaco di Teramo e presidente regionale dei Comuni Gianguido D’Alberto si dice certo che Castelli proseguirà lungo la strada tracciata. «Non possiamo però non esprimere contrarietà verso il metodo utilizzato dal Governo e la tempistica adottata», evidenzia il primo cittadino espressione del centrosinistra, «sarebbe stato opportuno un percorso preparatorio e di confronto la cui assenza ci lascia fortemente perplessi». Sul fronte politico opposto il sindaco dell’Aquila Pierluigi Biondi (FdI) sottolinea «la preparazione, il bagaglio di competenze acquisite nel suo percorso politico e amministrativo e la profonda conoscenza dei territori» di Castelli, definendoli «elementi preziosi a disposizione degli amministratori e delle comunità locali». Fratelli d’Italia è compatta nel sostenere le ragioni dell’avvicendamento. «Rivolgo un plauso alla presidente Meloni per la nomina di Castelli», afferma il senatore Guido Liris, «che abbiamo condiviso anche dall’Abruzzo». Per i parlamentari Etelwardo Sigismondi e Guerino Testa il muovo commissario è «persona preparata e autorevole che riuscirà sicuramente a compiere un ottimo lavoro».
Di tutt’altro tono le valutazioni nel Pd. Il senatore Michele Fina considera «uno sbaglio e un enorme rischio interrompere il lavoro Legnini», mentre il consigliere regionale Silvio Paolucci la ritiene «una scelta di potere che, di fatto, sospende un processo efficace ed efficiente a favore di aree che solo oggi stanno conoscendo una vera rinascita». Secondo l’altro consigliere regionale Pierpaolo Pietrucci «amministratori, cittadini e imprese del cratere sismico abruzzese, ma credo anche quelli delle altre regioni, rimpiangeranno Legnini» e per la consigliera comunale aquilana Stefania Pezzopane «l’Abruzzo perde una postazione decisiva faticosamente conquistata». A detta del deputato di Azione Giulio Sottanelli si tratta di «un altro sgarbo» agli abruzzesi. (g.d.m.)