CHIETI. Sono 240 gli alunni della scuola Vicentini-Della Porta che verranno trasferiti alla scuola primaria Chiarini, in via Spatocco. Ieri, il sindaco Diego Ferrara ha firmato l’ordinanza sindacale di spostamento di 11 classi che erano già state trasferite nei plessi Sant’Andrea, Chiarini e Cesarii, dopo lo sgombero del 30 maggio scorso a causa dell’emergenza frana. L’ordinanza dispone che i dirigenti del II e V settore adottino gli atti per procedere a un sopralluogo congiunto con le dirigenti, per individuare gli spazi e verificare gli eventuali interventi per renderli pienamente fruibili; nonché elaborare un piano di trasferimento degli arredi e suppellettili, comprensivo di tempistica e modalità di trasloco.
È quindi tramontata l’ipotesi di spostamento degli studenti all’istituto Beata Vergine del Carmine, ex Orsoline, perché, spiegano il sindaco Ferrara e l’assessore alla Pubblica Istruzione Teresa Giammarino «è risultato impraticabile sia per l’alto costo dei canoni di locazione, sia per gli investimenti necessari a rendere gli spazi agibili». Le casse in rosso dell’ente hanno frenato il trasferimento alle Orsoline, ma gli amministratori hanno cercato altre alternative possibili. Dopo il confronto tra il dirigente dell’ambito territoriale Chieti-Pescara, Pierangelo Trippitelli e le dirigenti scolastiche dei comprensivi 1 e 2, Simona Di Salvatore e Giovanna Santini, «già il 30 novembre scorso», ricordano Ferrara e Giammarino, «nella riunione tenutasi in Comune abbiamo avuto dalle presidi il via libera a procedere verso questa soluzione che vogliamo vedere attuata il prima possibile».
Dopo il sopralluogo degli uffici è quindi emerso che la Chiarini è quella che meglio si presta ad accogliere gli studenti della Vicentini-Della Porta. «Agiremo in modo da agevolare il trasferimento in tempi rapidi», continuano gli amministratori, «l’ordinanza comunque dà un riferimento certo alle famiglie in prossimità della scadenza dei termini per l’iscrizione al prossimo anno scolastico, affinché conoscano l’esatta ubicazione delle sedi didattiche. È una soluzione virtuosa che tiene conto delle difficoltà economiche dell’ente in dissesto e anche dell’emergenza che sta a monte della decisione, vista la riscontrata insicurezza dei plessi originari a causa del dissesto idrogeologico».