
PESCARA. Una vita dedicata all’arte contemporanea quella di Lucia Spadano, storica dell’arte, giornalista, editrice e direttrice della rivista di settore Segno, che si è spenta nella notte tra mercoledì e giovedì nella sua abitazione di corso Manthoné.
Originaria di Lanciano, madre di 4 figli, già curatrice, tra gli anni ’80 e ’90, di due edizioni della Biennale di Penne, consulente per la Biennale di arte sacra e una vita trascorsa in giro per il mondo tra fiere e mostre, Spadano nel 1976 aveva fondato a Pescara, insieme al marito Umberto Sala, la nota rivista nazionale «dove con la sua penna inconfondibile ha raccontato e descritto l’opera di tanti artisti oltre a essere stata testimone di momenti cruciali che hanno scritto la storia dell’arte contemporanea», come si legge oggi sull’edizione online del suo giornale. Una rivista che lei, dopo i quattro figli Massimo, Roberto, Paolo e Davide, considerava come una figlia femmina e che ha vantato negli anni firme di importanti nomi della critica d’arte come Achille Bonito Oliva, a cui Spadano era legata da una forte amicizia, Filiberto Menna, Germano Celant o Rossana Bossaglia, solo per citarne alcuni.
A raccontare come nacque quel progetto editoriale, che dopo quasi mezzo secolo ancora rappresenta un’eccellenza nel mondo dell’editoria di settore, è il figlio e attuale direttore editoriale, Roberto Sala.
«In quegli anni a Pescara c’era un grande fermento con la Galleria Lucrezia De Domizio che stava portando Joseph Beuys in città, con lo spazio “Convergenze” messo su da Peppino D’Emilio, dove aveva iniziato a esporre anche Andrea Pazienza, con Mario Pieroni o Cesare Manzo, allora un giovane gallerista che iniziava a muovere i primi passi», racconta. «I miei genitori, insieme ad amici come Franco Summa e Peppino Misticoni, pensarono di mettere a frutto questo fermento, diventando negli anni un punto di riferimento. In pochi credevano che una rivista così attenta all’arte contemporanea, basata sulla credibilità, potesse essere realizzata in provincia. Il merito è stato tutto di mia madre, attentissima alle relazioni interpersonali. Era un faro illuminante per tutti».
Collezionista di palle di vetro con neve e fortemente devota alla Vergine del Pilar di Saragozza, dal 2019 Lucia Spadaro aveva iniziato a fare i conti con la perdita della memoria a causa di una malattia che ha iniziato ad allontanarla dall’arte e dal lavoro a cui aveva dedicato tutta la vita.
«Vale la pena ricordarla per come è stata», si legge ancora sul sito di Segno. «Bella con la sua inconfondibile chioma rosso fuoco, sorridente e affettuosa con tutti. Nelle mostre, nelle fiere la sua assenza fisica di percepirà ma la sua eredità resta nelle pagine di una rivista che ha scritto e continua a scrivere la storia dell’arte». Il funerale di Spadano si svolgerà domani alle 12 nella cattedrale di San Cetteo, muovendo dalla sua abitazione, in corso Manthonè.
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