CHIETI. L’unica, minuscola consolazione è che Eliana Maiori Caratella non ha sofferto. La bancaria di 41 anni è morta all’istante dopo il colpo di pistola alla testa esploso dal compagno Giovanni Carbone, 39 anni, originario di Matera, conosciuto negli ambienti malavitosi con il nome di “Gianni il foggiano”, suicida in carcere tre giorni dopo il delitto. Intorno alle otto di lunedì, l’assassino ha sorpreso la donna alle spalle mentre si trovava nel sottoscala della villetta a schiera di Miglianico, in via Antonelli, e ha premuto il grilletto da distanza ravvicinata, ovvero da poco più di 50 centimetri. La conferma è arrivata dall’autopsia eseguita ieri mattina all’obitorio dell’ospedale di Fermo, attrezzato per i casi di positività al Covid, dal medico legale Cristian D’Ovidio, nominato consulente dal sostituto procuratore della Repubblica di Chieti Marika Ponziani.
L’INCHIESTA
È stata una vera e propria esecuzione, come emerso fin dal primo sopralluogo dei carabinieri della stazione di Miglianico e del nucleo operativo e radiomobile della compagnia di Ortona. Il proiettile è fuoriuscito. Nessuna traccia di difesa o colluttazione da parte della vittima, il medico legale ha prelevato campioni per l’esame tossicologico. I risultati definitivi saranno depositati entro sessanta giorni. L’inchiesta sarà ora archiviata per morte dell’unico indagato.
IL MOVENTE
Il perché del delitto resterà per sempre un mistero. Il movente indicato dall’assassino – ovvero la volontà «di porre fine alle sofferenze» per un amore diventato impossibile perché osteggiato dai familiari di Eliana – non ha infatti convinto il giudice per le indagini preliminari Luca De Ninis, che il giorno stesso del suicidio aveva confermato il carcere per l’assassino reo confesso.
I FUNERALI
Oggi alle ore 15, nella chiesa parrocchiale di Sant’Alfonso a Francavilla al Mare, la città di cui era originaria, ci saranno i funerali di Eliana. Già ieri pomeriggio in tanti hanno raggiunto l’obitorio dell’ospedale Santissima Annunziata di Chieti, dove è stata allestita la camera ardente, per stringersi intorno ai familiari della bancaria, al fratello Ilario, alla sorella Valeria e ai suoi due figli nati dal precedente matrimonio, «vittime certamente inconsapevoli», per usare le parole del giudice De Ninis, «di una brutalità senza senso».