
CASALBORDINO. Il 26 dicembre 2021 uccise la moglie Maria Rita Conese, 72 anni, gettandola giù dal ponte dell’Osento nel giorno di Santo Stefano. Angelo Bernardone, 75 anni, rinchiuso nel carcere di Teramo da quel giorno, il prossimo 16 febbraio comparirà davanti al Gup del tribunale di Vasto, Fabrizio Pasquale, per rispondere di omicidio. L’anziano continua a ripetere che non voleva uccidere la moglie. Sicuramente appare pentito e molto provato. In carcere è seguito costantemente da uno psichiatra. La tranquillità ostentata subito dopo l’omicidio ha lasciato il posto al rammarico. Il perdono dei figli lo ha aiutato, ma l’uomo, nel prendere coscienza del gesto compiuto, appare sempre più malinconico. Più volte ha ribadito di avere agito in preda all’esasperazione.
Bernardone sarà assistito dall’avvocato Vincenzo Cocchino, al quale subito dopo l’accaduto rivelò di avere spinto la moglie pensando che si risolvesse tutto con una caduta da un’altezza di un paio di metri. Non pensava che in quel punto il ponte fosse alto più di dieci metri. Questo particolare conferma il gesto d’impeto dettato dall’esasperazione e la mancanza di premeditazione. Fondamentale durante l’udienza sarà la documentazione sanitaria acquisita dalla difesa dell’indagato che racconta le condizioni di Maria Rita Conese, degenerate a causa del rapido avanzare dell’Alzheimer. Nel fascicolo difensivo sono finite anche le analisi dei farmaci che la donna assumeva e la ricostruzione di come, soprattutto nei giorni immediatamente precedenti la tragedia, si comportasse. L’anziana pare che negli ultimi mesi si relazionasse con sempre maggiore difficoltà con i familiari e questo particolare procurava una grande sofferenza ad Angelo Bernardone. La diagnosi del morbo di Alzheimer cambia la vita delle persone colpite dalla malattia ma anche la vita di chi vive con il malato. Non a caso esistono associazioni che cercano di dare consigli e aiuti. Nessuno, a detta dei medici, dovrebbe affrontare da solo il morbo di Alzheimer. La discrezione e il pudore della famiglia Bernardone, ha portato sia il marito che i figli, a vivere il disagio all’interno delle quattro mura domestiche.
Casalbordino dl giorno dell’omicidio si è dimostrata attenta e solidale con la famiglia. Le indagini sull’omicidio affidate in un primo momento al sostituto procuratore Michele Pecoraro, con la partenza di quest’ultimo per Como sono state portate avanti dal procuratore capo di Vasto, Giampiero Di Florio. Dal punto di vista investigativo non c’è stato molto da scoprire. Bernardone ha raccontato da solo la sua verità sia ai carabinieri che ai giudici. Ora la prima udienza dal Gup. (p.c.)
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