CHIETI. Torna alto l’allarme per la truffa del falso maresciallo. È una donna di 68 anni, che vive alle porte del centro storico di Chieti, l’ultima vittima dell’odioso raggiro ordito da malviventi senza scrupoli che, facendo leva su affetti e sentimenti, estorcono denaro alle persone sole.
A indignare sono la sfrontatezza e la cattiveria di questi gruppi criminali nel colpire i più fragili. Anche nell’ultima circostanza l’imbroglio è stato portato a termine attraverso un modus operandi consolidato e, per gli autori, fortemente remunerativo. A volte più di una rapina in banca, al supermercato o alle Poste.
Il sospetto più che fondato è che dietro colpi del genere, pianificati in modalità seriale, si nasconda la criminalità organizzata. Più di un’inchiesta, infatti, ha svelato l’esistenza di vere e proprie bande, gestite dalla camorra, con base a Napoli e «batterie» pronte a girare l’Italia in lungo e in largo a caccia di persone deboli da derubare.
Qualche giorno fa, poco prima di pranzo, la sessantottenne teatina ha ricevuto sull’utenza fissa la telefonata di un uomo che si è finto un maresciallo dei carabinieri. «Suo figlio è rimasto coinvolto in un incidente stradale: per evitare che finisce in carcere, bisogna pagare 3.200 euro. Ora la faccio contattare dall’avvocato», è stato questo il senso delle parole pronunciate dall’impostore.
Di fronte allo scenario che il figlio fosse rinchiuso in una cella, la donna è andata nel panico più totale e ha seguito alla lettera le indicazioni telefoniche. Come da consolidato copione, in rapida successione, la vittima ha ricevuto la chiamata del sedicente avvocato. Quest’ultimo le ha fatto presente che avrebbe dovuto consegnare i soldi pattuiti a una sua collaboratrice che, di lì a poco, l’avrebbe raggiunta a casa. E così ha fatto la sessantottenne. Quando si è accorta di essere stata truffata, la vittima non ha potuto fare altro che presentare una denuncia ai carabinieri, quelli veri.
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