AVEZZANO. Sindaci e avvocati convocati in Regione per risolvere una volta per tutte la partita dei quattro tribunali a rischio soppressione. È in agenda per giovedì 26 ottobre l’incontro tra il governatore dell’Abruzzo, Marco Marsilio, e il Comitato per la salvezza dei presìdi di giustizia coordinato dal sindaco di Avezzano, Gianni Di Pangrazio. L’obiettivo: riprendere il dialogo con il Governo.
Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, si è più volte detto favorevole a rivedere l’ultima riforma della geografia giudiziaria. A più di dieci anni dalla legge del 2012 approvata dal governo di Mario Monti nell’ambito della spending review, la geografia giudiziaria torna così al centro del dibattito sulla giustizia. Rispondendo a un question time alla Camera, il guardasigilli aveva spiegato di ritenere «giustificata la preoccupazione della riduzione della giustizia di prossimità» e la sua adesione «all’idea di rivedere queste disposizioni». Motivi per i quali «il Governo ha prorogato l’avvio della soppressione dei tribunali dell’Abruzzo e delle sezioni distaccate isolane ed è all’esame la possibile riapertura di sedi giudiziarie già soppresse, anche come eventuale rimodulazione delle relative competenze territoriali».
A preoccupare i membri del Comitato per la salvezza dei tribunali quindi non è la linea politica del governo Meloni, ma i tempi lunghi prima dell’effettiva entrata in vigore della nuova legge di riforma della geografia giudiziaria con il rischio concreto di un lento svuotamento di personale sia nelle procure che nei tribunali. Per questo il Comitato, riunitosi ad Avezzano, è tornato a chiedere «provvedimenti immediati contro la carenza di personale dovuta alla chiusura delle piante organiche». Allarme questo lanciato più volte anche dal procuratore di Avezzano, Maurizio Maria Cerrato.
«Servono provvedimenti concreti e immediati», fanno sapere i sindaci di Avezzano, Gianni Di Pangrazio, di Sulmona, Gianfranco Di Piero, di Lanciano, Filippo Paolini, e il vicesindaco di Vasto, Licia Fioravanti, affiancati dai rispettivi presidenti degli Ordini degli avvocati Roberto Di Pietro, Luca Tirabassi, Antonio Codagnone e Maria Sichetti, «le dichiarazioni d’intenti e gli impegni presi dal Governo vanno nella direzione auspicata, ma il passare del tempo rende attualissimo il rischio svuotamento. È necessaria un’azione immediata. Se l’iter si prospetterà lungo, occorrerà mettere subito in sicurezza i nostri presidi con la riapertura immediata delle piante organiche a tempo indeterminato».
Nell’agenda del Comitato anche altri incontri con i parlamentari abruzzesi, «la cui determinazione e compattezza è fondamentale per l’esito della vicenda». I membri del Comitato chiedono un nuovo incontro a Roma col ministro Nordio e il sottosegretario Andrea Del Mastro Delle Vedove. La riforma del 2012, portata avanti dall’allora ministra della Giustizia del governo Monti, Paola Severino, aveva previsto la soppressione di ben 667 uffici del giudice di pace, di 220 sezioni distaccate di tribunale e di 31 tribunali e la creazione del nuovo tribunale di Napoli Nord. Il governo Meloni intende ripensare quelle scelte. La questione, in particolare, sarebbe legata ai costi di gestione, vista soprattutto la persistente scopertura di organico di magistrati e personale amministrativo nei tribunali esistenti. Il ministero, infatti, non ha ancora comunicato con quali risorse sarebbe possibile sostenere queste riaperture. Per questo l’Abruzzo, seguito da Calabria, Campania, Toscana e Lombardia, sarebbe disposto a farsi carico delle spese di gestione e di manutenzione degli immobili che dovranno poi essere oggetto delle convenzioni da sottoscrivere con il ministero della Giustizia. L’iter parlamentare è partito dalla Commissione giustizia al Senato dove sono stati accorpati in un unico disegno di legge concordato con il governo i disegni di legge sulla revisione delle circoscrizioni giudiziarie avanzati dalle Regioni Abruzzo, Calabria, Toscana e Lombardia. Il percorso dovrebbe sfociare con la riapertura di quei tribunali che non dovevano essere soppressi nell’ambito della riforma Severino.
La proposta in Commissione giustizia al Senato è partita dal senatore di Fratelli d’Italia, Ernesto Rapani, e il disegno di legge è già stato inserito nel collegato alla legge di Bilancio 2022 che è nel Documento di economia e finanza già licenziato dal Consiglio dei ministri. Il Comitato spera così di scongiurare l’ennesimo paracadute col Milleproroghe 2024.
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