L’AQUILA. Tre centauri morti in venti giorni. Quello delle strade della provincia dell’Aquila è un bilancio da guerra, tornato tragicamente a salire non appena il sole primaverile ha cominciato a scaldare i tornanti panoramici dell’Appennino. Così come ogni anno: anche quest’anno si attende il pugno di ferro delle autorità per assicurare la sicurezza lungo le arterie.
Il primo a perdere la vita è stato Alessio Esposito, di Pratola Peligna, scomparso nello schianto del 19 aprile a Raiano. Solo poche ore dopo, il 22 aprile, è scomparso Marco Pallotta di Castel di Sangro: fatale, lo scontro frontale con un’auto ad Alfedena. Domenica la terza vittima: Emiliano Serafini, che era partito da Pomezia per una gita in Abruzzo, ha perso la vita lungo la statale 80, al Valico delle Capannelle, nell’incidente con un’altra moto che ha provocato anche il ferimento di una seconda persona.
Ma quella dei motociclisti nella bella stagione è una vera e propria strage, che va avanti da anni. E che le misure di tolleranza zero delle autorità non sembrano riuscire ad arginare. Nel 2021, dopo che tre centauri avevano perso la vita in un mese nell’Aquilano, il prefetto Cinzia Torraco convocò una riunione con forze dell’ordine, rappresentanti degli enti territoriali, Anas e delegati delle associazioni di appassionati di motociclismo, per dare il via a una serie di misure. «I rappresentanti delle forze dell’ordine hanno sottolineato come alla base dell’alto numero di incidenti rilevati ci siano comportamenti troppo spesso poco responsabili di alcuni motociclisti, specialmente nei giorni del fine settimana, quando un elevato numero di moto percorre le strade in particolare di montagna, a volte partecipando a vere e proprie sfide di velocità», spiegarono dalla prefettura. «I deterrenti usuali di contrasto alla velocità elevata, quali ad esempio gli autovelox, non si rivelano adeguati, per cui al momento la soluzione che si adotterà sarà quella della tolleranza zero, con posti di blocco e contrasto dinamico sulle strade coinvolte». Dopo una tregua di qualche settimana, la strage è ricominciata. E ora si torna a parlare di emergenza.(l.t.)
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