PENNE. Si sono ritrovati in piazza Luca da Penne con i loro trattori e con le preoccupazioni di un settore, quello del mondo agricolo, sempre più in difficoltà. Nella serata di martedì, allevatori e agricoltori soci di Coldiretti Penne, Farindola e Montebello di Bertona si sono riuniti nella sala polivalente D’Angelosante, in piazza Luca da Penne, per discutere delle problematiche che da tempo li affliggono. Sono oltre 400 le aziende di zootecnica e del comparto ortofrutticolo dell’area vestina alle prese con gravi problematiche. Tante le produzioni in crisi, compresa quella del pomodoro, da sempre una delle più redditizie.
Nel 2023 la produzione di pomodoro ha fatto i conti con una scarsa quantità di prodotto (un calo di produzione del 50%), un aumento vertiginoso dei costi e con condizioni climatiche instabili. «L’incremento dell’aumento del prezzo del prodotto finale che il cliente paga non coincide con i ricavi ottenuti dai trasformatori, ma serve a coprire una parte dell’aumento dei costi sostenuti dagli stessi», sottolinea il presidente di Coldiretti Penne, Federico Domenicone. Anche nel settore conserviero, secondo Coldiretti Penne, si è registrato un calo del 50 per cento della produzione per quanto riguarda il pomodoro a pera, con un conseguente aumento dei costi che andrà a gravare sulla spesa finale del consumatore. Da quanto riferisce Domenicone, difficoltà ci sono state anche per i settori cerealicolo, vitivinicolo e oleario. Il comparto cerealicolo ha registrato una produzione scesa del 50 per cento: dai 40-45 quintali ettaro dello scorso anno, si è passati ai 20-25 quintali ettaro. Nel comparto della viticultura si sono persi circa due appezzamenti su tre. Con le forti piogge, inoltre, l’olio è schizzato a oltre 10 euro litro all’ingrosso. Le difficoltà dei produttori hanno comportato un innalzamento dei prezzi per i consumatori: le ciliegie, ad esempio, da 3 euro al chilo sono balzate a 8 euro. Il prezzo del latte è arrivato ad avere un costo di produzione di 55 centesimi litro, con un incasso per i produttori di 49 centesimi litro. Per quanto riguarda il grano duro, invece, l’anno scorso venduto a 50 euro al quintale, quest’anno è a poco più di 25 euro.
«Più di un’azienda agricola rischia la chiusura. Stiamo ancora pagando le conseguenze della ridottissima raccolta del 2023, sia in termini di qualità che di quantità, che ha creato in tutte le aziende perdite economiche che vanno dal 50% fino al 70%. La mobilitazione», sottolinea ancora il presidente di Coldiretti Penne, «partita da mezza Europa e ora in atto anche in Italia, è fondamentale per sensibilizzare l’opinione pubblica sulle condizioni del nostro settore e per far capire che nonostante il nostro impegno per portare cibo sano sulle tavole, ormai la situazione è del tutto insostenibile». Nell’incontro di martedì si è parlato anche dei problemi legati alla fauna selvatica. Più di un’impresa agricola del territorio è stata danneggiata dalle incursioni di cinghiali e lupi.