
L’AQUILA. Una legge attesa da quindici anni, per adottare il biglietto unico sul trasporto pubblico in tutto l’Abruzzo e uniformare le tariffe. Ieri, l’audizione nella II commissione consiliare regionale, in cui la Cgil ha presentato un dossier che evidenzia «le attuali condizioni di svantaggio territoriale che interessano sia la provincia aquilana che quella teramana». La riunione è stata riconvocata per la prossima settimana, quando verranno ascoltate anche Tua e le altre aziende di trasporto pubblico che operano in regione. «È urgente che la Regione Abruzzo superi la disparità di accesso ai servizi per restituire attrattività al necessario incremento della mobilità collettiva», hanno dichiarato Franco Rolandi e Aurelio Di Eugenio, della Cgil Abruzzo- Molise.
AUDIZIONE REGIONALE
In una dettagliata nota, illustrata ai componenti della seconda commissione, la Cgil ha ricostruito una vicenda che si trascina dal 2008 e che ancora non vede uniformata, per legge, l’adozione di un biglietto unico, su scala regionale, che consenta a tutti gli utenti di avere parità di condizioni economiche per usufruire dei mezzi pubblici. «Sono trascorsi anni da quando, con una deliberazione di giunta, la Regione Abruzzo ha adottato, in via sperimentale, un sistema tariffario cosiddetto “unico” che prevedeva condizioni di assoluto vantaggio per l’accesso ai servizi di trasporto collettivo per i cittadini della sola area metropolitana Chieti-Pescara», spiega la Cgil. «La stessa area individuata vent’anni fa ed estesa con una deliberazione del 2018, consente oggi ai cittadini di un territorio che va da Silvi Marina a Chieti e che abbraccia solo in parte tre delle quattro province abruzzesi, di poter utilizzare più vettori con l’acquisto di un unico titolo di viaggio, il cui valore è economicamente vantaggioso rispetto alla sommatoria dei titoli di viaggio necessari in altre aree della regione».
DISPARITà DI COSTI
Il biglietto unico regionale, che avrebbe dovuto consentire di poter utilizzare indifferentemente un solo titolo di viaggio per i servizi di trasporto pubblico offerti dalle aziende abruzzesi di trasporto locale che operano su gomma e ferro, non è mai entrato in vigore, hanno fatto rilevare i sindacati. Con una disparità di trattamento, per i cittadini abruzzesi, evidenziata dai numeri. La Cgil ha portato qualche esempio: un residente nell’area metropolitana in cui è attivo il biglietto unico, con 2 euro e 40 centesimi (andata e ritorno) e in un arco temporale di 90 minuti, può usufruire contestualmente del servizio urbano presente a Chieti e a Pescara e del servizio suburbano. Per chi risiede nella provincia dell’Aquila il costo complessivo, urbano ed extraurbano, è mediamente di 6 euro e 20 centesimi, in provincia di Teramo sale, addirittura, a 9 euro e 60 centesimi. Ancora più marcata è la differenza sugli abbonamenti.
LA PROPOSTA
«Se a questo aggiungiamo che, oltre al vantaggio economico derivante dai titoli di viaggio, i cittadini dell’area metropolitana Chieti-Pescara dispongono di servizi continui nell’arco della giornata, a differenza delle aree interne dove invece ci si limita, quando va bene, a una corsa la mattina, una al giorno e una la sera», spiegano Rolandi e Di Eugenio, «è del tutto evidente che la fiscalità regionale pagata da tutti e con la quale si finanzia il trasporto pubblico, non rende benefìci e servizi omogenei all’utenza. È indispensabile che la Regione superi la disparità di accesso ai servizi nel trasporto pubblico applicando il biglietto unico in tutto il territorio abruzzese», conclude la Cgil.
«Succede addirittura che lavoratori e pendolari turnisti siano costretti a noleggiare, a loro spese, autobus privati per poter lavorare, perché il trasporto pubblico risulta più oneroso». (m.p.)
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