CHIETI. Estate d’attesa per quel che rimane della Teateservizi, la società pubblica fallita a febbraio scorso. Dopo l’estate il curatore fallimentare, l’avvocato Guglielmo Flacco, metterà all’asta il patrimonio della partecipata comunale che, però, non può contare su beni immobili, visto che anche la sede di piazza Carafa non è di proprietà della Teateservizi ma del Comune. All’asta andranno computer, attrezzature utilizzate per la gestione dei vari servizi comunali gestiti dalla società, come i parcometri, qualche mobilio e niente più. Si stima che il tutto possa valere non più di 40mila euro, anche se all’asta frutterà molto di meno. Davvero poco rispetto ai circa cinque milioni di euro di stato passivo, cristallizzati in tribunale nel corso dell’udienza dello scorso 13 giugno. Udienza nella quale il credito vantato dal Comune nei confronti di Teateservizi – circa 3 milioni di euro – è stato ammesso solo con riserva, perché ancora da valutare. Anche in questo caso se ne riparlerà dopo l’estate con l’udienza di fine settembre.
Quanto alla possibilità di un’azione di risarcimento danni nei confronti degli ex amministratori, il curatore fallimentare attenderà gli esiti dell’inchiesta della procura prima di muoversi di conseguenza. Sono due i filoni dell’indagine della procura nei confronti di Teateservizi: uno procede per bancarotta fraudolenta e l’altro per peculato. Nel momento in cui verranno formulate le accuse e chiesto il processo, la curatela fallimentare si costituirà parte civile. (a.i.)
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