Non si arresta, a luglio, la corsa del Superbonus 110%. Supera il miliardo e 300 milioni di euro il totale degli investimenti ammessi a detrazione in Abruzzo per un totale di oltre 6mila interventi, ma resta ancora da sciogliere il nodo della cessione del credito: le banche hanno chiuso i rubinetti della liquidità alle imprese, mentre Poste Italiane continua ad acquistare solo crediti diretti.
Le richieste di accesso al Superbonus, in sostanza, continuano ma spesso restano parcheggiate nel cassetto fiscale delle ditte, generando accumuli sempre più complessi da smaltire.
DATI IN ABRUZZO.
Il report degli interventi legati al 100%, in Abruzzo, a luglio si è chiuso così: 6.161 le asseverazioni pari a 1 miliardo 370 milioni 186.264,60 euro di lavori, di cui il 65,8% già conclusi per un valore di 901 milioni 051.619,81 euro. Le detrazioni previste a fine lavori sono pari a 1 miliardo 507 milioni 204.891,06 euro, mentre le detrazioni già maturate per opere concluse corrispondono a 991 milioni 156.781,79 euro.
E ancora, 1.362 i condomini interessati dal Superbonus per un valore di 857 milioni 332.051,91 euro di contributi di cui 535 milioni 789.227,42 già erogati. 3.263 interventi riguardano, invece, gli edifici unifamiliari per 363 milioni 744.278,03 euro, il 68,9% già realizzati per complessivi 250 milioni 615.587,01 euro.
Infine, al momento sono 1.536 i cantieri su unità funzionalmente indipendenti per 149 milioni 109.934,66 euro di investimenti, di cui realizzati il 76,9% pari a 114 milioni 646.805,38 euro. L’investimento medio per i condomini è di 629 mila 465,53 euro, che scende a 111mila 475,41 nel caso di edifici unifamiliari e a 97mila 076,78 per le unità immobiliari funzionalmente indipendenti.
SUPERBONUS CORRE.
Dati che confermano come il 110% continui ad essere molto utilizzato, anche in Abruzzo. Del resto il comparto, nel solo 2022, ha consentito allo Stato un extra gettito di oltre 4 miliardi di euro. Un settore in netta crescita, quello edile, ma vittima delle continue modifiche al meccanismo di cessione del credito che stanno drogando il mercato. Molti cantieri sono già stati conclusi, altri sono ancora in corso d’opera, per alcuni il fine lavori è un obiettivo difficilmente raggiungibile.
Tutti hanno in comune un aspetto: gli istituti di credito non vogliono più acquistare crediti indiretti, maturati cioè dallo sconto in fattura, con la conseguenza che molte imprese hanno realizzato lavori guadagnando crediti non monetizzabili. Le cause sono molteplici e vanno dalla norma che ha consentito lo sconto integrale della fattura per gli interventi del Superbonus, alle continue modifiche normative che hanno destabilizzato il comparto, fino al blocco degli acquisti da parte dei principali attori coinvolti, Poste Italiane, Cassa depositi e prestiti e molti istituti bancari. Si sperava in una svolta anche grazie all’inserimento di una norma specifica nel decreto legge Aiuti bis, che avrebbe potuto sbloccare realmente il meccanismo della cessione del credito.
CORDONI STRETTI.
L ‘Associazione bancaria italiana (Abi) ha chiesto chiarimenti sugli indici e le verifiche imposte dall’ultima circolare del Fisco per evitare qualsiasi tipologia di concorso nella violazione. Motivo per cui difficilmente gli istituti di credito italiani riapriranno subito il rubinetto delle liquidità alle imprese.
Intanto, Poste Italiane continua ad acquistare solo crediti diretti, Cassa depositi e prestiti sta valutando una riapertura degli acquisti e le principali banche hanno messo uno stop alla cessione dei crediti in attesa della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della legge di conversione del Decreto Semplificazioni fiscali e di capire come si evolverà la questione anche in relazione alle prossime elezioni di settembre. Una situazione paradossale in cui il serio rischio è che il comparto delle costruzioni, pur in un proliferare di interventi del 110%, ammaini bandiera, dichiarando il fallimento di migliaia di imprese, che non riescono a riscuotere i crediti vantati, e il blocco dei relativi cantieri.
Secondo l’Istituto di ricerca Nomisma a giugno 2022 il Superbonus è costato 38,7 miliardi di euro di spesa con un valore generato pari a 124,8 miliardi di euro.