CHIETI. «Con la promessa solenne che la d’Annunzio continuerà a diventare un’università sempre più aperta agli studenti e al territorio, io dichiaro ufficialmente aperto l’anno accademico 2023-2024». Per il genetista Liborio Stuppia, dallo scorso giugno rettore alla d’Annunzio, è la prima apertura di anno accademico con l’ermellino sulle spalle. «Sono emozionato», confessa poco prima di stringere la mano al ministro dell’università, Anna Maria Bernini, ospite d’onore della cerimonia. Il nuovo rettore immagina un ateneo sempre più aperto, «resiliente», capace cioè di «affrontare, resistere e riorganizzare».
Tra pandemia, guerre e conseguenti crisi economiche, il percorso è stato a ostacoli: «Siamo oggi di fronte alla necessità», afferma il rettore nel suo discorso, «di reagire e riprendere il percorso verso il progresso, la pace e il benessere fisico, psichico e sociale». Ai circa 22mila iscritti il nuovo rettore invia un messaggio preciso: l’università continuerà nel solco delle agevolazioni agli studenti. «Oltre al mantenimento di una no tax area particolarmente estesa, questo ateneo», annuncia Stuppia, «in accordo con la Regione, ha recentemente deliberato un anticipo di circa un milione e mezzo di euro per finanziare le borse di studio di oltre 400 studenti della d’Annunzio idonei non beneficiari, accorciando così i tempi della erogazione delle borse e permettendo a questi ragazzi di frequentare il nostro ateneo senza gravare sulle famiglie in difficoltà. Mi impegno qui oggi a proseguire anche per l’anno in corso ogni forma di sostegno agli studenti idonei non beneficiari. Sono nel contempo iniziati i lavori per la costruzione di due studentati, uno a Chieti e uno a Pescara, che consentiranno in meno di due anni di destinare oltre 200 alloggi ai nostri studenti».
Stuppia illustra anche progetti per l’ampliamento degli spazi didattici sia nel campus di Chieti che in quello di Pescara. «È necessario», dice ancora, «che i due campus diventino luoghi ospitali per i nostri ragazzi anche al di fuori del tempo dedicato alle lezioni. Cominciando da Chieti, dalla prossima primavera verranno intraprese iniziative che permetteranno ai nostri studenti di vivere il campus anche la sera, con l’organizzazione di spettacoli, concerti, cineforum e dibattiti, che vedranno in molti casi gli stessi studenti protagonisti, in modo che le nostre bellissime strutture diventino un palcoscenico permanente di attività sociali e culturali creando così i presupposti per una università veramente aperta. Iniziative simili verranno estese anche alla città di Chieti a Pescara e alla nuova struttura dello Stella Maris di Montesilvano, che una volta ristrutturato nel giro di un anno diventerà luogo di cultura e partecipazione cittadina».
E come esempio di università aperta, il rettore cita anche le strutture di eccellenza della d’Annunzio, che hanno già dimostrato di essere a servizio del territorio durante la pandemia. A cominciare dal Cast, «il nostro Centro di studi e tecnologie avanzate punto di riferimento di rilevanza nazionale per la diagnostica molecolare che ha permesso all’Abruzzo di diventare la prima regione italiana per capacità di sequenziamento del genoma virale durante la pandemia e addirittura la prima regione al mondo per numero di malattie rare analizzate alla nascita attraverso gli screening allegati».
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