SULMONA. Non c’è stata alcuna cerimonia di commemorazione per le vittime del bombardamento, da parte delle truppe anglo-americane, che il 27 agosto del 1943 rase al suolo la stazione ferroviaria di Sulmona. Un raid aereo che provocò 104 vittime, tra cui 19 ferrovieri, che sconvolse Sulmona e l’intero suo comprensorio. Fu quello il primo raid aereo della Seconda guerra mondiale sull’Abruzzo. I bombardamenti si conclusero solo nella primavera del 1944, mietendo tante vittime tra la popolazione civile.
L’amministrazione comunale di Sulmona aveva programmato una cerimonia per ricordare il 79° anniversario di quella tragedia, ma a causa dell’inagibilità del piazzale (dove, tra l’altro è stato anche momentaneamente rimosso il monumento dedicato alle vittime del bombardamento) e di quella della chiesa della Madonna Pellegrina è stato deciso, non senza polemiche, di rinviare le celebrazioni al prossimo anno, in coincidenza dell’ottantesimo anniversario.
Lo scalo ferroviario di Sulmona dava lavoro nel 1943 a circa 800 ferrovieri. Va ricordato che a poca distanza c’era lo stabilimento industriale della Società Dinamite Nobel di Pratola Peligna che produceva polveri e materiali esplosivi e che Sulmona era anche sede di un campo di concentramento (Campo 78) dove erano prigionieri soldati inglesi. Nell’attacco aereo furono utilizzati 69 bombardieri B52, le cosiddette “fortezze volanti”, e 70 Liberator, dagli anglo-americani. E per Sulmona fu l’inferno, tanto più che quella mattina era appena arrivato un treno in stazione con oltre mille viaggiatori che furono colti di sorpresa dal bombardamento. Al ricordo delle vittime oggi sorge la chiesa della Madonna Pellegrina.
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