
ORTONA. Presunti ritardi nel pagamento degli stipendi ai circa 50 dipendenti della residenza per anziani “Tommaso Berardi” di Ortona. È la situazione che la Uil-Fpl provinciale segnala in una nota sui lavoratori dipendenti della Acif srl, titolare della struttura per anziani.
«Ancora una volta siamo costretti a denunciare il comportamento, molto discutibile, della nuova Società Acif srls titolare della struttura Berardi», si legge nella nota firmata dal segretario provinciale Marco Angelucci e Camillo Di Felice, «la quale, con deprecabile sistematicità, eroga con estremo ritardo gli stipendi ai propri dipendenti. A tal proposito si sottolinea come, proprio su richiesta dell’azienda, i sindacati abbiano già aderito ad un accordo aziendale ove la data contrattualmente prevista per il saldo delle retribuzioni mensili è stata ulteriormente dilazionata per questioni addotte di natura tecnico/contabili», fanno sapere dalla Uil in merito al cenntro residenziale per anziani ad Ortona, che ospita circa 80 pazienti.
«Ciò premesso, l’azienda, senza nessuna informativa preventiva verso i sindacati», tranne che con una missiva del 13 dicembre, «ha comunicato ai lavoratori che l’erogazione della tredicesima mensilità avverrà entro il 15 gennaio 2023, quando contrattualmente va pagata entro il 16 dicembre. E questo è il buon Natale che l’Amministrazione con estrema indifferenza porge ai suoi dipendenti», si legge nel comunicato dalla Uil Fpl Chieti. «Dipendenti che svolgono la propria opera con dedizione e professionalità all’interno della struttura per migliorare la qualità della vita agli ospiti assistendoli nei bisogni vari e che hanno combattuto in questi ultimi due anni contro tutte le avversità prodotte dalla pandemia cercando di salvaguardare i loro assistiti e rimanendone, spesso, anch’essi vittime».
«C’è anche da ricordare che quando Acif subentrò alla vecchia gestione, nel verbale di incontro del 30 gennaio 2020 dichiarò testualmente, che “ data la sua solida capacità economica e finanziaria, che le retribuzioni saranno corrisposte entro il 15 di ogni mese”. Spiace constatare che dopo tre anni di esperienza tale termine ultimo sia stato onorato, forse, pochissime volte». I sindacati sono pronti alla battaglia legale «affinché possa cessare questo atteggiamento che crea ansia, incertezza e paure nei lavoratori, anche in virtù del delicato ruolo che rivestono. Aggiungiamo in risposta a chi vuole sminuire la problematica asserendo, in passato, che il quadro fornito dai sindacati non è per nulla aderente al vero o addirittura fuorviante, la realtà non è assolutamente fuorviante ma rappresenta, purtroppo, la triste realtà che ad oggi si sta vivendo nella struttura e ci piacerebbe essere smentiti con i fatti e non con le chiacchiere».