CHIETI. «È uno spregevole mercimonio della professione medica». Così il giudice Luca De Ninis descrive le azioni dei due dottori compiacenti che, secondo le accuse, si sono prestati in «maniera sistematica a certificazioni di comodo, senza visitare i pazienti, nella consapevolezza della natura fraudolenta delle lesioni». Il riferimento è alla pescarese Gabriella Ottaviano, 66 anni, e, «in misura minore», a Giuliano Pace, 51 anni, anche lui residente a Pescara. I due medici in questione «sono gli unici per i quali si riscontrano indizi dell’adesione» all’associazione per delinquere, «in ragione della ripetitività delle loro valutazioni false».
Ma ora l’inchiesta è destinata ad allargarsi ulteriormente. Il giudice, infatti, ha ordinato l’iscrizione nel registro degli indagati di altre persone, oltre 50. «Ulteriori analoghe responsabilità», si legge sull’ordinanza di custodia cautelare, «potrebbero essere ascritte e pertanto devono essere verificate a carico di ulteriori medici che compaiono nelle pratiche illecite».
Ancora più delicata è la posizione del medico legale Pierpaolo Iungano, 56 anni, nativo di Chieti e residente a Montesilvano, finito agli arresti domiciliari: fiduciario di più assicurazioni e, per tale ragione, «responsabile delle valutazioni mediche poste a fondamento dei risarcimenti truffaldini». (g.let.)
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