CHIETI. Un patto tra Chieti e Pescara contro la criminalità. L’assalto da 6 milioni di euro all’istituto di vigilanza Ivri, con le strade messe a ferro e fuoco a San Giovanni Teatino da un commando di oltre venti persone armate di pistole e fucili Kalashnikov, ha spinto i prefetti Armando Forgione e Giancarlo Di Vincenzo a convocare la prima riunione interprovinciale di coordinamento delle forze di polizia. All’incontro, che si è svolto ieri mattina al palazzo del governo del capoluogo adriatico, hanno partecipato – oltre ai due prefetti – i procuratori Lucia Anna Campo e Giuseppe Bellelli, i questori Annino Gargano e Luigi Liguori, i comandanti provinciali dei carabinieri Alceo Greco e Riccardo Barbera e quelli della guardia di finanza Serafino Fiore e Antonio Caputo.
L’ULTIMO ASSALTO
Il vertice si è tenuto a una settimana di distanza da una rapina, almeno in Abruzzo senza precedenti, con un’intera zona – quella di Sambuceto, al confine tra Chieti e Pescara – isolata dai malviventi dando alle fiamme una decina di Tir e macchine per ritardare l’intervento delle pattuglie. Almeno venti colpi di arma da fuoco sparati in strada, un paio di cittadini rapinati sull’asse attrezzato e nella zona commerciale mentre tornavano a casa dopo la spesa al supermercato o una giornata di lavoro, un ragazzo che si è visto puntare la pistola alla testa da uno dei banditi che gli ha portato via la macchina: sono immagini entrate con prepotenza nell’immaginario collettivo in una serata d’inizio primavera e destinate a rimanere impresse per lungo tempo.
NUOVI PIANI DI CONTROLLO
«Già da qualche mese», spiega Forgione, «con il prefetto di Pescara avevo condiviso l’idea di creare i presupposti per unire le forze. Il grave episodio di San Giovanni ci ha indotto a convocare una riunione il più presto possibile. Ormai ci sono territori che non possono essere definiti solo di Chieti o solo di Pescara. Tanto per essere chiari: la criminalità, quando colpisce, non guarda di certo i confini. Proprio per questo motivo, abbiamo deciso di interagire con ancora più decisione: i piani di controllo del territorio saranno articolati a livello interprovinciale. Ma non è l’unica direttrice nella quale faremo convergere le nostre forze: fondamentale è l’attività preventiva, con controlli a monte, soprattutto con l’arrivo dei fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) e delle Zone economiche speciali (Zes), per contrastare anche eventuali desideri e appetiti della criminalità organizzata. In estrema sintesi: metteremo a punto una strategia per il bene comune delle due realtà, senza ragionare a compartimenti stagni. La prevenzione, come sempre, dev’essere la nostra stella polare».
«L’IMPEGNO PER LA LEGALITà»
«Ci siamo confrontati su diversi aspetti», dice Di Vincenzo, il prefetto di Pescara, «dalla sicurezza urbana al rafforzamento della cooperazione tra diverse forze di polizia, passando per le strategie per prevenire infiltrazioni. Non esistono più paradisi: l’obiettivo è alzare sempre più la barriera a tutela della legalità». Aggiunge Forgione: «Abbiamo avuto la dimostrazione dell’esistenza di una criminalità che vuole sfruttare la tranquillità dell’Abruzzo per avere un terreno fertile dove raccogliere nuovi frutti. L’ultima prova è la rapina della scorsa settimana: poteva scapparci il morto». Un altro tema affrontato è stato quello della movida, più volte finita al centro del dibattito pubblico per gravi episodi di violenza, come risse e aggressioni, sfociati anche in ricoveri in ospedale. Tra gli obiettivi, potrebbe esserci quello di uniformare gli orari di chiusura dei locali notturni.
IL PROSSIMO VERTICE
A breve sarà fissato un tavolo tecnico a Chieti, con la presenza dei questori, dei vertici delle forze dell’ordine e dei procuratori. All’inizio di maggio, invece, verrà convocata una nuova riunione con i prefetti.
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