PESCARA. Venivano spacciate per italiane le arance e le clementine che la Guardia di finanza ha sequestrato nel fine settimana perché trovate senza indicazioni sulla provenienza. Sull’etichetta, infatti, non erano riportati né il paese di origine né il luogo da cui arrivavano. Ecco perché le Fiamme Gialle, che hanno passato al setaccio una serie di attività, hanno sequestrato 6 tonnellate di agrumi, nel Pescarese, nell’ambito della operazione Stop fake, applicando sanzioni amministrative fino a 64 mila euro.
L’intervento dei finanzieri, coordinati a livello provinciale dal colonnello Antonio Caputo, rientra nel Piano di controlli anticontraffazione e sicurezza prodotti avviato dalla Guardia di finanza in collaborazione con l’Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi. Tutto nasce da un protocollo d’intesa siglato a luglio 2020 a livello nazionale tra il Comando generale della Guardia di finanza e il ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali. La finalità è di rafforzare la tutela del Made in Italy e contrastare le insidie di manipolazione che si annidano nel settore agroalimentare, considerata la crescita dei business illegali a seguito della pandemia e della crisi economica che ha generato. Lo raccontano i numeri forniti dall’Ispettorato che parlano di 22 milioni di chili di merce sequestrata nel 2020, per un valore che supera i 21 milioni di euro. In tutto sono state 159 le notizie di reato e 4.119 le contestazioni amministrative.
L’attenzione sulla filiera agroalimentare è altissima perché è chiaro che in questo settore strategico per l’economia italiana, per la produzione di beni di prima necessità e per il peso sulla catena dell’export e sul Pil nazionale, le infiltrazioni finalizzate alle truffe sono numerose e si realizzano investimenti di patrimoni illeciti. Insomma il settore è una occasione troppo ghiotta per chi fa affari contrari alla legge, la cui azione incide sulle relazioni di mercato che si instaurano sulla filiera, dal produttore al consumatore passando per grossisti e dettaglianti. A rimetterci sono i consumatori, sulle cui tavole finiscono alimenti e bevande contraffatti, il che nasconde una scarsa qualità. Considerazioni che sono alla base dell’attività di contrasto alle truffe avviata dalla Guardia di finanza, anche per imprimere un freno alla recente impennata dei prezzi e tutelare i consumatori, orientandoli a scelte di acquisto consapevoli e sicure. I controlli proseguono, anche nei supermercati, sui prezzi dei prodotti. (f.bu.)