CASTEL FRENTANO. Per l’interruzione del servizio di telefonia fissa e internet, i cittadini fanno appello al prefetto di Chieti Mario Della Cioppa. Il disservizio dura da alcuni mesi e a nulle sono servite prima le richieste informali e poi i reclami inoltrati alla Tim. La zone interessate sono quella di via De Gasperi e parte di via Fonte Profice, creando disagi a una decina di famiglie. «In alcune abitazione», scrivono al prefetto i firmatari della lettera, «l’interruzione si protrae, oramai, da ottobre e novembre, in altre da dicembre. Il gestore delle infrastrutture di telefonia fissa Tim Spa è stato tempestivamente informato della interruzione del servizio sia tramite i canali dedicati per i reclami e segnalazioni (187) sia tramite Pec/raccomandata Ar».
Una risposta a queste segnalazioni, lo scorso 31 dicembre, riportava: «Stiamo riparando un guasto generalizzato presente nella tua zona che richiede un intervento di particolare complessità e non è necessario intervenire presso il tuo domicilio. Sarà nostra cura avvisarti della risoluzione». I disagi continuano però e non si intravede alcuna soluzione. Il problema non è da sottovalutare e a farne le spese sono soprattutto anziani e professionisti. I primi si vedono private, per esempio, del servizio di “telesalvalavita”, oltre che della possibilità di usare la linea fissa, in molti casi l’unica possibilità di avere contatti con l’esterno; i professionisti vedono interrotta la trasmissione, tramite internet, di dati necessari alla propria attività. Malgrado tutto ciò, mese dopo mese, continuano ad arrivare le bollette di pagamento di un servizio non usufruito, e la beffa che aggiunge rabbia al disagio quotidiano. «Nel confidare della xua attenzione e sensibilità verso la problematica segnalata», scrivono al prefetto i firmatari della lettera, «le chiediamo di attivarsi affinché siano ripristinate le linee di telefonia fissa e i collegati internet interrotti da oramai troppo tempo nel rispetto di quanto nella Dichiarazione dei dichiarazione dei diritti in internet del 2015 che dispone: “L’accesso a internet è diritto fondamentale della persona e condizione per il suo pieno sviluppo individuale e social”. Non si tratta comunque solo di questo diritto violato, perché prima o poi la linea tornerà, ma è proprio in quel “prima o poi” che c’è lo sgomento e la rabbia, nell’attesa di un servizio per il quale si continua a pagare un canone e che nessuno, dopo mesi, si prende la briga di dire perché non è elargito né quando lo si potrà riavere».
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