L’AQUILA. «La sede legale di Confindustria Abruzzo non può che stare nel capoluogo di regione». Non ci sono alternative, secondo il sindaco Pierluigi Biondi, che interviene sul nodo delocalizzazione della sede di Confindustria Abruzzo. Un nodo giunto al pettine da più parti negli ultimi giorni, dopo che il Consiglio generale di Presidenza di Confindustria Abruzzo ha inserito all’ordine del giorno dell’assemblea di venerdì la modifica statutaria e il cambio della sede centrale e legale dell’associazione di categoria dall’Aquila a Pescara. «Pur consapevole che si tratta di una scelta che attiene alle dinamiche interne di un’associazione di tipo privatistico», afferma Biondi, «non si tratta di una mera rivendicazione campanilistican ma del riconoscimento innanzitutto istituzionale e in seconda battuta morale che si deve a un territorio in cui il mondo produttivo è stato colpito duramente e si è risollevato con coraggio e abnegazione, anche contando sull’impegno dello Stato che ha previsto misure specifiche di sostegno. Senza contare che», prosegue il sindaco, «anche a distanza di 15 anni L’Aquila e il cratere continuano a essere al centro di programmi specifici di finanziamento per il sostegno socio-economico, come Restart o Next Appennino, che rappresentano dei veri e propri esperimenti di rilancio delle aree interne, dei modelli esportabili in tutta Italia». Biondi ha poi definito «sguaiati» gli interventi del Partito democratico locale sull’argomento, colpevoli a suo dire di «aver avvelenato un dibattito che poteva essere pacato e costruttivo» e «che oggi chiamano addirittura all’insurrezione rievocando i moti del 1971 e ricordandosi solo ora dell’Aquila, mentre invece dormivano quando Luciano D’Alfonso, da commissario alla sanità, sdoppiava la centrale unica del 118, originariamente prevista da Gianni Chiodi sul capoluogo, o quando la giunta regionale di centrosinistra approvava la delibera di funzionalizzazione tra gli ospedali di Chieti e Pescara per far nascere il Dea di secondo livello nell’area adriatica, con Giovanni Lolli vicepresidente dell’esecutivo, Pierpaolo Pietrucci consigliere di maggioranza e Massimo Cialente presidente del comitato ristretto dei sindaci Asl. Gli stessi», aggiunge, «che si erano distratti quando l’ex ministro Dario Franceschini riformava le soprintendenze trasformando quella aquilana “a scadenza”, o quando venne decisa la fusione dei consorzi di sviluppo industriale con la nascita dell’Arap e l’individuazione della sede a Cepagatti. Ben venga quindi la battaglia del Pd», prosegue Biondi. «Adesso sono certo che la continueranno chiedendo ai loro autorevoli candidati provenienti dalle fila della Cgil e della Cna di adoperarsi affinché tanto il sindacato quanto l’organizzazione degli artigiani spostino le loro sedi principali dalla città di Pescara a quella dell’Aquila».
le altre reazioni
A stretto giro sono poi arrivate le dichiarazioni di Rita Innocenzi, sindacalista della Cgil, che ha prima invitato a «chiedersi perché Confindustria Abruzzo stia arrivando a questo tipo di determinazione» individuando poi nella «politica regionale di centrodestra di questi ultimi cinque anni la corresponsabilità dell’attuale sofferenza del tessuto economico della provincia aquilana. Il rischio», spiega Innocenzi, è infatti quello di «fissare il baricentro della vita istituzionale, politica, economica nell’area costiera, con buona pace di tutte le argomentazioni sull’importanza di sviluppare il capitale latente delle aree interne». Ma ha voluto dire la sua anche Paolo Federico, esponente di Forza Italia. «Il capoluogo di regione merita rispetto. Scippi istituzionali di questa portata non possono essere ammessi», ha dichiarato Federico, parlando di «uno spostamento di sede che non risulta di nessun beneficio, ma molto probabilmente teso solo a mortificare il territorio della città dell’Aquila».
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